Il contenuto del rapporto di Bankitalia è ancora top secret, ma da quanto si apprende i rilievi ispettivi riguardano la possibilità della cassa di Risparmio di Ferrara di perdere ancora terreno e divenire “instabile”. È quanto trapela dall’incontro che i sindacati bancari hanno avuto con Bruno Inzitari.
Il commissario straordinario, che già riveste l’incarico di liquidatore in diversi altri istituti di livello nazionale, ha ricevuto le rappresentanze sindacali aziendali della Cassa di Risparmio di Ferrara. Un incontro durato circa un’ora – al quale erano presenti anche Paola Leone per il consiglio di sorveglianza e il direttore generale Daniele Forin (assenza significativa quella del presidente Segio Lenzi) – che è servito per assicurare Dircredito Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca-Uil sul futuro prossimo della Carife.
Quanto alle motivazioni che hanno spinto la Banca d’Italia a decidere il commissariamento, Inzitari ha opposto ragioni di riservatezza, trincerandosi dietro una generica “necessità di consolidamento della capacità aziendale di rimanere importante pilastro economico del territorio”. Quanto invece alla gestione aziendale sia nell’immediato che in prospettiva futura, il commissario “ha specificato – riportano i sindacati dei dipendenti – che la banca è pienamente efficiente e solvibile. In questo senso, l’intenzione della vigilanza sembra doversi intendere nell’ottica di prevenire possibili instabilità future, e pertanto il commissario ha sottolineato che i dipendenti ed i clienti possono avere piena fiducia”.
Per quanto riguarda invece la cessione di Banca Farnese, già avviata, “le trattative proseguono, tanto più che l’operazione, come da normativa, dovrà essere sottoposta all’approvazione della Banca d’Italia”.

Bruno Inzitari
Un pensiero va anche alla preoccupazione per quello che ormai, ridotte ai minimi termini le grandi aziende del Ferrarese, resta il parco dipendenti più nutrito di tutta la provincia, con i suoi 1300 dipendenti. “Vogliamo ringraziare – affermano le organizzazioni sindacali -, anche a nome di tutto il personale, per le manifestazioni di solidarietà che stiamo ricevendo in questi giorni”.
Su un punto però Dircredito Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil e Uilca-Uil vogliono premere: “taluni sottolineano che non è necessario avere una banca locale, ma basta avere una banca ben inserita nel territorio; sono opinioni che rispettiamo, ma vogliamo sottolineare come l’adozione di un nuovo modello industriale diverso da quello federale avrebbe impatti notevoli diretti ed indiretti sul territorio, ed è quindi certo che il personale della banca, anche a tutela della città, si opporrebbe strenuamente”. Sul punto bisognerà attendere gli sviluppi dell’amministrazione straordinaria e alla conseguente capacità della Cassa di risollevarsi o meno. Nel frattempo le rappresentanze sindacali lanciano un messaggio nemmeno troppo velato al socio di maggioranza: “auspichiamo che, se la Fondazione procederà con le trattative senza tenere nel debito conto le istanze del personale e del territorio, le forze che oggi ci manifestano solidarietà saranno al nostro fianco nelle azioni conseguenti”.
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