Giovedì 23 maggio alle 21 presso la sala dell’Oratorio San Crispino della libreria Ibs.it, a 35 anni dal rapimento di Aldo Moro, Ferdinando Imposimato e Giovanni Fasanella presentano una delle pagine più oscure della storia italiana attraverso i loro libri “I 55 giorni che hanno cambiato la storia” (Newton Compton) e “Golpe inglese” (Chiarelettere).
Introduce Anna Quarzi, direttrice dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, mentre coordina l’incontro Pier Luigi Guerrini.
Perché Aldo Moro doveva morire?Trentacinque anni non sono bastati per far luce sul caso Moro.
Inchieste giudiziarie e parlamentari, saggi, articoli e film non sono serviti a illuminare tutte le zone d’ombra del delitto che – forse più di ogni altro nella storia repubblicana – ha colpito la coscienza del Paese e incrinato il rapporto tra società civile e mondo politico. Ecco perché vale ancora la pena di analizzare la dinamica dei 55 giorni di prigionia di Aldo Moro, nel tentativo finalmente di dare delle risposte diverse dalla versione ufficiale dei fatti.
Grazie a nuove testimonianze esclusive e documenti inediti, Ferdinando Imposimato – giudice istruttore del caso Moro, su cui non ha mai smesso di indagare – ricostruisce l’agghiacciante scenario del sequestro, con rivelazioni bomba che lasceranno i lettori senza fiato. Perché la verità, finalmente, abbia nomi e cognomi.
“Azione a sostegno di un colpo di stato o di una diversa azione sovversiva. Si raccomanda di tenere conto sia a Londra sia nel corso degli incontri con gli americani, i tedeschi e i francesi”. Memorandum segreto del Foreign Office (6 maggio 1976) per impedire l’ingresso del Pci nel governo italiano.
Una guerra devastante, mai interrotta. Questo libro apre uno squarcio importante nella storia del nostro paese e risponde a quesiti altrimenti indecifrabili che nemmeno le inchieste giudiziarie sono riuscite a chiarire del tutto. A cominciare dal delitto Matteotti (1924) per arrivare alla morte di Mattei (1962) e di Moro (1978). Ogni volta che gli italiani hanno provato a decidere del proprio destino, gli inglesi sono intervenuti.
Ora i documenti desecretati, che i due autori hanno consultato negli archivi londinesi di Kew Gardens, lo dimostrano. Da quelle carte emerge con chiarezza che non è Washington a ordire piani eversivi per l’Italia, come si è sempre creduto, ma soprattutto Londra, che non vuol perdere il controllo delle rotte petrolifere e contrasta la politica filoaraba e terzomondista di Mattei, Gronchi, Moro e Fanfani. Il petrolio però non è il solo problema.
Per gli inglesi anche i comunisti sono un’ossessione. Tanto da contrastarli con ogni mezzo. Persino arruolando schiere di giornalisti, intellettuali e politici per orientare l’opinione pubblica e il voto degli italiani. Un apposito dipartimento del Foreign Office lavora a questo obiettivo, affiancato da vecchi amici dei servizi britannici come l’ex partigiano monarchico Edgardo Sogno e l’ex comandante repubblichino della Decima Mas Junio Valerio Borghese. Finché si arriva al 1976, l’anno che apre al Pci le porte del governo. A Londra progettano un Golpe. Ma l’ipotesi viene alla fine scartata a favore di un’altra “azione sovversiva”. Si scatena così un’ondata terroristica che culmina nell’assassinio di Aldo Moro.
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