Dopo dieci anni dalla loro incriminazione ora sono stati assolti con formula piena: il fatto non sussiste. Tutto partì dai sospetti su un ferrarese, F.M., 41 anni (difeso dall’avvocato grigolato), che secondo gli inquirenti faceva la spola tra la città capoluogo e Pieve di Cento. Attraverso una serie di intercettazioni e pedinamenti operati dalla guardia di finanza da luglio a settembre 2003, le indagini sembravano dimostrare che l’uomo aveva ceduto diverse dosi di cocaina a più persone. Con lui finirono indagati e poi imputati altri due cittadini albanesi residenti a Pieve, A.G. , di 32 anni (difeso dall’avvocato Alessandro Falzoni) e E.M. di 37 anni (avvocato Marco Faveri).
Si profila un vasto giro di droga nelle sale giochi. Secondo gli inquirenti, il ferrarese si riforniva di cocaina, che poi smerciava a sua volta. I loro nomi finirono poi all’attenzione della Dda di Bologna che indagava su un traffico ancora più voluminoso che coinvolgeva una ventina di persone. Sul capo dei tre cade l’ipotesi gravissima di associazione a delinquere in concorso con altre persone.
Dopo ulteriori indagini, interrogatori e udienze, la posizione dei tre viene stralciata e la competenza torna al tribunale di Ferrara. Questa volta il fascicolo reca la semplice ipotesi di reato di cessione di stupefacenti. Viene fissata nel 2010 l’udienza preliminare con il successivo rinvio a giudizio. L’anno scorso sembra intravedersi la fine del percorso, ma il rinvio per terremoto procrastina ulteriormente i tempi.
Si arriva all’udienza di ieri, quando al termine delle ultime testimonianze la pm Sheila Davi chiede condanne pesantissime: 8 anni per E.M., 6 e mezzo per A.G. e F.M.. E invece il giudice Diego Matellini accoglie le tesi difensive e pronuncia sentenza di assoluzione. Le motivazioni saranno depositate tra trenta giorni.
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