Cronaca
4 Maggio 2013
Secondo la procura gli imputati producevano falsi documenti per accedere a mutui e finanziamenti

Identità rubate, i carabinieri confermano l’accusa

di Ruggero Veronese | 2 min

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Parte del materiale sequestrato in fase di indagini

Hanno confermato tutti gli elementi dell’indagine emersi nelle precedenti udienze, i carabinieri ascoltati dal giudice Rizzieri del tribunale di Ferrara nel processo che vede alla sbarra per frode aggravata Sonia Palla, cinquantenne ex cartomante di Stienta, Gianni Atti, 57enne di Ferrara, Stefano Pantaleo, Giuseppe Spano, Ugo Baraldi e Romano Frabetti (vai all’articolo). I sei imputati sono accusati di aver utilizzato documenti e false attestazioni di identità per accedere a mutui e finanziamenti, facendo ricadere sui reali – e ignari – titolari dei documenti tutte le conseguenze legali ed economiche delle operazioni.

I fatti risalgono agli anni 2007 e 2008, quando una cittadino di Poggio Renatico, che si era vista attivare una carta di credito mai richiesta, fece partire le indagini. La donna si rese conto che qualcuno stava utilizzando un suo documento contraffatto grazie  alla tempestiva comunicazione della banca, a sua volta avvisata di movimenti sospetti dalla società finanziaria, e fece partire la denuncia che attivò le indagini dei carabinieri della stazione di Poggio Renatico e della squadra mobile della polizia di Ferrara. Nell’ultima udienza hanno parlato proprio due degli operatori (un maresciallo e un brigadiere) che durante l’inchiesta effettuarono il sequestro di materiale cartaceo e informatico con cui venivano effettuati i raggiri: carte di identità sia originali (le cosiddette “matrici”), che contraffatte (in cui i presunti truffatori inserivano le proprie foto al posto di quelle delle proprie vittime), chiavette Usb e computer contenenti i file delle immagini necessarie a produrre i falsi.

La pm Barbara Cavallo ha chiesto ai due agenti di elencare il materiale probatorio raccolto durante il sequestro, effettuato nel 2008 in un’appartamento del centro cittadino appartenente a Luigi Morabito, che ha già patteggiato una pena di 2 anni e 400 euro di multa. “Sono molto soddisfatto delle deposizioni dei due pubblici ufficiali – afferma al termine dell’udienza Pasquale Longobucco, rappresentante di parte civile -, che confermano quanto emerso dalle indagini. Il mio cliente ha avuto un danno economico di migliaia di euro a causa di questa frode”.

L’udienza è stata aggiornata al 20 maggio, quando saranno sentiti un consulente e un testimone della procura. La sentenza è attesa dopo la discussione, il 6 giugno.

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