Economia e Lavoro
19 Aprile 2013
Nardini (Fiom di Ferrara): “Ecco la vera faccia della macelleria sociale”

Berco apre le procedure di mobilità

di Marco Zavagli | 2 min

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adminCopparo. Berco ha aperto le procedure di mobilità. Lo spettro dei 611 licenziamenti diventa sempre più consistente. La notizia arriva ai diretti interessati, enti locali e sindacati, tramite telefono. Nulla di scritto. Ma i sindacati riescono a leggere nero su bianco anche senza la carta l’intenzione dei nuovi amministratori dell’azienda, il vicepresidente Franco Tatò e l’amministratore delegato Lucia Morselli: “siamo di fronte a una società che vuole fare una cura dimagrante per poi vendersi al miglior offerente – sospira Mario Nardini, della Fiom di Ferrara -. Questa è gente che non gliene frega niente del territorio e ancor meno della gente. Viene per fare macelleria sociale e, compiuta la missione, se ne va”.

Già l’incontro al ministero di mercoledì scorso, saltato all’ultimo momento per la mancanza di presentazione di un piano industriale, aveva fatto capire che Berco era destinata alla vendita. Ma est modus in rebus. E la modalità pensata dalla ThyssenKrupp sembra quella delle peggiori. Con l’apertura della procedura di mobilità partono i 75 giorni concessi dalla normativa per trovare un accordo. Ma è ovvio che, rispetto al girono prima, le basi sulle quali trattare sono alquanto differenti. “Una trattativa con esuberi da trattare è altra cosa rispetto a una trattativa con gli esuberi già decisi” conferma Nardini, che a questo punto deve fare di pessimismo virtù: “l’iniziale disponibilità al dialogo è stata solo una finta; ora salta fuori la vera faccia dei nostri interlocutori”.

La speranza ora guarda a Roma, al ministero dello Sviluppo economico, “augurandosi che convochi al più presto un incontro nel quale potremo chiedere il ritiro della procedura”. Ma la strada è tutta in salita: “l’azienda ha prefigurato il peggio o lo sta percorrendo con assoluta determinazione”.

Oggi pomeriggio si terrà a Copparo una riunione – già fissata, ma che a questo punto stravolgerà l’ordine del giorno – di coordinamento delle segreterie dei metalmeccanici degli stabilimenti interessati, Copparo, Castelfranco Veneto, Sasso Morelli e Busano Canavese (quest’ultimo prossimo alla chiusura).

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