Cronaca
16 Aprile 2013
Non c’erano prove a sufficienza per stabilire la colpevolezza

Resistenza e lesioni agli agenti, assolto

di Marco Zavagli | 2 min

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Oltre ai consulenti informatici già incaricati, nell'inchiesta relativa al Cento di Procreazione Medicalmente Assistita dell'ospedale del Delta di Lagosanto, la Procura di Ferrara nominerà anche un medico legale. Il professionista avrà l'importante compito di accertare eventuali profili di responsabilità che, allo stato attuale, gli inquirenti ipotizzano a carico dei sanitari coinvolti

adminNon c’erano prove a sufficienza per stabilire senza ombra di dubbio la colpevolezza di L.Y, cittadino camerunense di venticinque anni, arrestato lo scorso 27 febbraio per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate.

Quella sera due poliziotti della squadra mobile di Ferrara, durante un controllo di routine in piazzale Castellina, nella zona della stazione ferroviaria, avevano fermato il giovane per un controllo nei pressi di un phone center. Secondo la denuncia verbalizzata in seguito, il 25enne avrebbe assunto un comportamento aggressivo e ostile verso gli agenti in servizio, rifiutandosi di mostrare i propri documenti e di dichiarare la propria identità.

Una discussione degenerata fino allo scontro fisico, con il venticinquenne che dopo numerosi richiami si è scagliato contro uno dei poliziotti presenti, causandogli lesioni guaribili, secondo il referto medico, in sette giorni. Fermato dagli altri agenti intervenuti in supporto, l’uomo è stato subito arrestato per i reati di lesioni aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

Successivamente peòo, nell’udienza per la convalida delle misure cautelari, il gip non aveva confermato l’arresto. In quell’occasione il giovane spiegò che venne fermato da due agenti in borghese che gli chiesero i documenti senza prima farsi riconoscere. In seguito al suo rifiuto il clima si era surriscaldato, fino ad arrivare a spintoni e forse qualcosa di più. Contro la mancata convalida fece ricorso in Cassazione il pm Savino. Ieri si è tenuto il processo a suo carico. La pubblica accusa ha chiesto otto mesi di condanna, ma il giudice lo ha assolto per l’impossibilità di raggiungere la prova dei fatti.

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