Chiedono “completa trasparenza”. Ma lo fanno nelle sedi sbagliate. È una gaffe a cinque stelle quella che nasce da un maldestro tentativo, pieno di nobili intenzioni per carità, di alcuni aderenti ai Grilli Estensi-Meetup di Ferrara.
Una petizione inviata ai media, a firma di Paolo Vezzani, Mauro Ballola e Mario Zisa (quest’ultimo avvocato tributarista di Ferrara) chiedeva di far luce nella vicenda della procedura di licenziamento collettivo promossa da Basell nello stabilimento di Ferrara.
“Da cittadini ferraresi – scrivono i grillini -, ci sembra doveroso sostenere la causa dei 105 lavoratori interessati dalla promozione di procedura di licenziamento collettivo, nello stabilimento Basell di Ferrara, procedura che, in base alle nostre ricerche, si presenta ancora del tutto nebulosa”.
Il ‘nebuloso’ deriva dal fatto che il deputato del Movimento Cinque Stelle, membro del Meetup di Ferrara, Vittorio Ferraresi, dopo l’assemblea del 12 marzo (vai all’articolo), aveva promesso di approfondire con i sindacati l’argomento licenziamenti. Dai successi accertamenti da parte dei tre firmatari della petizione, “ci siamo accorti che nessuno aveva ancora reso noto, in forma autentica, il contenuto dell’atto introduttivo della procedura. Dal momento che, in assenza di un testo autentico del documento, nessuno è in grado di dire, con esattezza, di cosa si stia parlando, il Meetup procedeva a richiedere alle organizzazioni sindacali di Ferrara copia conforme della comunicazione introduttiva della procedura di licenziamento collettivo, in data 26 marzo”.
A quella richiesta i sindacati dei chimici di Cgil, Cisl e Uil hanno risposto il giorno stesso: “cogliamo con favore l’interessamento dell’on. Ferraresi”, ma “a causa di vincoli di riservatezza contenuti nella procedura, siamo nell’impossibilità di esaudire la vostra richiesta di invio della documentazione allo scopo di renderla pubblica”. I sindacati suggerivano a Ferraresi la cosa più semplice da fare: ossia chiedere, in qualità di parlamentare, l’accesso agli atti in Provincia di Ferrara e Regione.
“Ci siamo anche resi disponibili – aggiungeva mercoledì Luca Fiorini della Cgil, contatto al telefono – per un incontro con l’onorevole al fine di permettergli di avere tutti gli elementi di valutazione che riterrà opportuno approfondire”.
A quel punto Ferraresi si è rivolto all’amministrazione provinciale, chiedendo di poter accedere agli atti amministrativi. “L’Amministrazione acconsentiva a mostrare il documento – ricostruiscono Zaia, Vezzani e Ballola -, ma, anche qui, a quanto s’è capito, sotto vincolo dell’impegno formale e tassativo a non divulgarlo”.
La conclusione che ne traggono i grillini è quella di una scarsa trasparenza, anche se – come noto – procedure di questo tipo, essendo in fase di trattativa, non vengono divulgate proprio nell’interesse delle parti in causa. “I lavoratori della Basell interessati dal licenziamento – continua la petizione -, ignorano, a tutt’oggi, le ragioni addotte dall’impresa per procedere al drastico ridimensionamento dell’organico e le ragioni per cui tale ridimensionamento risulti inevitabile, né si possano organizzare le maestranze adibendole a mansioni alternative, come pur prevede la legge. E così le ignora il pubblico, davanti al quale la vicenda dovrebbe essere presentata in tutta la sua trasparenza, come anche gli organi di stampa, che dovrebbero poter informare il pubblico con assoluta precisione documentale”.
Per i tre grillini le ragioni di riservatezza, avanzate da OO.SS. e Provincia, “risultano a chi scrive quanto mai strane, dal momento che le disposizioni normative in materia (Dlgs 196/03, sulla cosiddetta Privacy) fanno espresso riferimento a dati unicamente personali e sanzionano penalmente solo nell’ipotesi di intenzione di produrre un danno. Mentre è assodato che i dipendenti stessi possono reagire efficacemente ai licenziamenti collettivi intimati dal datore di lavoro, impugnando proprio la comunicazione fatta ai sindacati, in quanto illegittima, magari perché non adeguatamente motivata (come tutta questa segretezza farebbe decisamente intendere). C’è dunque da domandarsi, in queste circostanze, come faranno mai i lavoratori interessati ad allegare la predetta illegittima comunicazione al loro eventuale ricorso giudiziale contro il loro licenziamento, se essi vengono tenuti completamente all’oscuro proprio del contenuto di detto importantissimo atto. C’è anche da domandarsi se, oltre a questa parte secretata, esistano altre parti che non sono state rese di pubblico dominio”.
Noi stessi, sempre mercoledì, abbiamo provato a spiegare al telefono all’avvocato Zaia che i dipendenti non possono impugnare alcun provvedimento fintantoché non sanno nemmeno di esserne destinatari. La via più semplice, come abbiamo suggerito ai firmatari, sarebbe quella di approfittare della presenza di Ferraresi in parlamento, per chiedere lumi direttamente al ministero competente. Ma tant’è…
Nel frattempo arriva la replica dell’assessore alle Politiche del Lavoro Caterina Ferri, che parla di “infondata polemica”: “l’avvocato Zisa, per la sua stessa competenza professionale, ben saprà che tanto le procedure di mobilità aperte dalle imprese, quanto le procedure di accesso agli atti amministrativi nella pubblica amministrazione, sono disciplinate da leggi e regolamenti a tutela delle parti interessate”.
L’assessore si auspica che Ferraresi, “al quale ho consegnato il fascicolo in quanto parlamentare della Repubblica, possa contribuire a dissipare ogni sospetto. Non esistono infatti “stranezze” né “incomprensibili motivi di segretezza” di alcun tipo, soltanto l’applicazione della legge, che chi ricopre funzioni istituzionali è tenuto a conoscere”.
“Il vincolo di riservatezza – aggiunge la Ferri – non ha certo impedito agli Enti Locali ferraresi, alla Regione e alle Organizzazioni Sindacali, di mettere in atto un confronto serrato con Basell, che ha ottenuto come primo risultato di sospendere l’esecuzione della procedura, e di fissare con il gruppo dirigente della società un successivo incontro di approfondimento. Il dubbio che sorge è quindi che il Movimento 5 Stelle sia ansioso di conquistarsi su questo tema un facile protagonismo, trincerandosi dietro pretestuose accuse di opacità dell’informazione, mentre potrebbe essere più utile ai lavoratori contribuendo all’iniziativa politica di contrasto al piano di ridimensionamento di Basell, come le istituzioni e i sindacati stanno già facendo”.
In tarda serata arriva anche la spiegazione di Ferraresi: “l’avvocato ha preso un’iniziativa personale e non condivisa in toto dal gruppo Grilli Estensi, né dal sottoscritto (che non ha neppure letto la lettera se non successivamente). Vorrei quindi anche rassicurare l’assessore Ferri che in questo caso si è dimostrata molto disponibile. Ci stiamo occupando della questione e sentiremo presto i lavoratori per chiarirci in merito, la trasparenza è importantissima ma reputo questa lettera prematura e non condivisa”.