Versioni opposte. A cominciare dalla ricostruzione degli attimi concitati di quella notte, tra l’1 e il 2 febbraio 2011, e di quella fuga, conclusa con una sparatoria per fermare i due cittadini ucraini Valentin Zyma, 28 anni, e Valery Mykytyuk, 49 anni, oggi imputati di resistenza a pubblico ufficiale.
Quella notte Zyma, che aveva bevuto due birre “e per questo non mi sono fermato”, era alla guida della Citroen Ax e dopo esser passati con il semaforo rosso, di fronte all’alt dei carabinieri all’altezza di via Porta Catena, schiacciò sull’acceleratore per fuggire (vai all’articolo). La gazzella li inseguì per via Oroboni, via Canapa, via Rosselli, fino in via Bentivoglio al Barco. Qui vengono fermati e due militari scendono dalla loro auto e si avvicinano, la Citroen fa improvvisamente retromarcia e rischia di investirne uno. E’ a questo punto che i carabinieri hanno fatto fuoco: una decina di colpi, secondo quanto riferito dagli stessi carabinieri, esplosi in totale sicurezza e diretti verso gli pneumatici, 15 stando al verbale d’arresto.
Anche ieri, davanti al giudice, le versioni rimangono diverse. I carabinieri Enrico Rosati e Gianni Scialuppo, intervenuti quella notte, confermano la versione data a suo tempo dall’Arma. In particolare l’improvvisa retromarcia con tentativo di investimento del carabiniere Samuele Craparotta. “Gli andò addosso”, afferma Scialuppo, uno dei militari finito indagato per lesioni colpose nel procedimento collegato. “Non è vero” ribadiscono gli imputati.
Versioni opposte che si riverberano anche nei commenti dei legali, commenti rilasciati a margine dell’udienza.
L’avvocato della difesa, Pasquale Longobucco, insiste con il dire che “le versioni dei carabinieri non trovano conferma né nel verbale d’arresto né con la dinamica accertata dal nostro consulente. Nessuno dei testimoni si ricorda chi sparò, quanti colpi sparò. Anche la ricostruzione della retromarcia fatta dai militari risulta alquanto lacunosa”. A “contrastare con la ricostruzione avvenuta in fase istruttoria” invece sono le parole degli imputati, secondo l’avvocato Alberto Bova, che assiste i carabinieri parte civile.
La prossima udienza, fissata per il 10 giugno, vedrà l’esame dei consulenti di parte e poi la sentenza.