Politica
26 Marzo 2013
Clamorosa protesta contro il governo centrale. Marattin: "Non finisce qui"

Il Consiglio si incatena

di Marco Zavagli | 3 min

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protestaGiunta e consiglio comunale di Ferrara si incatenano durante la seduta come protesta contro la decisione del Parlamento di approvare la riforma della disciplina dell’allocazione del gettito Imu. Da quest’anno il gettito Imu degli immobili destinati ad attività produttiva andrà direttamente allo Stato, senza passare per le casse del Comune. Una decisione che vanifica la scelta dell’amministrazione comunale di ridurre al minimo l’aliquota sui fabbricati di nuova costruzione destinati all’insediamento di nuove attività produttive oppure acquistati da un fallimento o da altra procedura concorsuale e destinati all’insediamento di nuove attività produttive.

La scelta virtuosa del Comune però si è dovuta scontrare con la lettera datata 4 febbraio arrivata dal Ministero dell’economia e delle finanze che invitava l’amministrazione ferrarese ad abolire le agevolazioni Imu previste. Questi in virtù della legge di stabilità varata dal governo Monti il 24 dicembre scorso. E oggi il consiglio era chiamato a ratificare la delibera del 10 dicembre scorso con la quale si prevedevano le agevolazioni destinate ora a rimanere lettera morta. L’adeguamento porterà l’aumento dell’aliquota dallo 0,4% agevolato (per gli altri fabbricati nella stessa categoria catastale infatti l’aliquota in città è dello 0,9%) allo 0,76%, il minimo previsto dalla legge.

“Non speravamo di trasformare Ferrara nella Silicon Valley con qualche migliaia di euro di sconto Imu per chi venisse ad investire da noi  – è il rammarico dell’assessore Marattin in sede di presentazione della delibera -. Molto più semplicemente, era l’unica arma fiscale che l’assetto per così dire federale della nostra Repubblica ci metteva a disposizione per mettere in atto un embrione di politica industriale”. Una decisione, quella nazionale, “senza senso”, secondo l’assessore al bilancio, che individua anche una soluzione da portare, attraverso i parlamentari ferraresi, a Roma: “la norma va modificata inserendo al comma 380 della Legge n.288 del 2012, alla lettera g il seguente testo: ‘qualora il Comune decida di ridurre l’aliquota al di sotto del valore dello 0,76 per cento, allo Stato è comunque riservato l’intero importo ad aliquota standard’”.

In attesa che qualcosa si muova, rimane la “sconfitta” per questa giunta comunale e per questo consiglio comunale, “che vengono umiliati nella loro capacità decisionale e persino nella loro dignità – prosegue Marattin -. Vengono messi infatti di fronte ad una scelta con una sola alternativa: non è giuridicamente possibile per noi, infatti, evitare di rispondere al richiamo ministeriale senza correre gravissimi rischi per tutto l’impianto del bilancio comunale e, soprattutto, per la cittadinanza. Quello che stiamo facendo in questo istante è dismettere i panni di amministratori pubblici che scelgono, e indossare quelli meno confortevoli di passacarte ministeriali”.

Ma la giunta, per bocca del suo assessore, promette che la protesta è solo il preludio di qualcosa: “Quest’amministrazione è leale rappresentante e servitrice della Repubblica italiana. Ed è nel suo nome che oggi violentiamo i nostri cuori e nelle nostre menti chiedendovi di approvare questa delibera. Lo Stato, invece, non si illuda. Questa storia non finisce qui. Sappia lo Stato che siamo gente con la testa molto dura, e non ci fermeremo. E qualora perdessimo questa battaglia, troveremo il modo di ripristinare quest’agevolazione sotto la forma – certo meno efficace e più complicata – del contributo e non della riduzione fiscale”.

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