Serravalle. Sono state assolte da ogni accusa ieri Gianfranca Giovacchini e Giuliano Colantoni, le due persone che erano state individuate come le possibili responsabili dell’incendio che il giorno di Capodanno del 2009 distrusse Villa Giglioli, in via Argine Po a Serravalle.
Sul rogo, che aveva interessato gran parte dell’edificio del XV secolo, sottoposto a tutela della Sovrintendenza dei beni culturali, con la distruzione totale dell’ala sinistra, indagò il Nucleo Operativo della Compagnia carabinieri di Copparo, coadiuvata da quello dei militari di Berra,
Da alcuni anni la villa, di proprietà della Famiglia Maffei di Ferrara – costituita parte civile al processo attraverso l’avvocato Anna Domanico -, veniva amministrata dalla Fispa (Fondazione Italiana Silvestrelli per l’Alcolismo), con sede a Roma, che si occupa del recupero di alcolisti ed ex alcolisti il cui presidente era monsignor Antonio Silvestrelli coadiuvato nella gestione della struttura da una collaboratrice, Gianfranca Giovacchini, 54 anni, residente a Guidonia (in provincia di Roma). La donna venne indagata assieme al suo ex compagno Giuliano Colantoni, 53 anni, residente a Tivoli (sempre in provincia di Roma), di professione autotrasportatore.
I primi accertamenti effettuati sul posto da personale del Nucleo Operativo, avevano permesso di rilevare tracce ed elementi che facevano ricondurre l’episodio ad un incendio doloso, commesso da più persone che secondo gli inquirenti conoscevano bene l’ambiente. Infatti gli ignoti autori avevano appiccato il fuoco in varie stanze – prive di luce elettrica e quindi al buio -, gettando benzina a terra e sui materassi lì depositati.
I due vennero denunciati inoltre per altri fatti verificatesi ai danni della struttura dal luglio al dicembre 2008, come atti di danneggiamento di materiale presente nell’edificio. Secondo la procura il movente sarebbe stato da attribuire alla esclusione della custode da un nuovo progetto, che prevedeva l’impiego di fondi della Comunità Europea, a scopi sociali.
A carico dei due c’erano le tracce dei loro cellulari ‘catturate’ dalle celle di telefonia mobile nl girono del rogo, a Serravalle. Ma nulla più. Una mancanza di indizi che ha spinto il pm onorario Alessandro Rossetti a chiede l’assoluzione, accolta dal giudice Diego Matellini.
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