Cronaca
15 Marzo 2013
In aula mancano i riscontri alla versione della donna. Il coniuge è irreperibile

Spogliarellista denunciò marito e vicino di stupro di gruppo

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.php_53Aveva denunciato il marito e il vicino di casa l’uno per sfruttamento della prostituzione e l’altro per averla violentata insieme ad altre persone non identificate. Ma di riscontri, a quella denuncia, ieri in tribunale se ne sono avuti pochi. Davanti al tribunale collegiale di Ferrara si è presentato solo il vicino di casa, assistito dall’avvocato Andrea Zamperlin, mentre il marito, difeso dall’avvocato Michele Chiaromonte, è irreperibile.

Lei, ex spogliarellista che lavorava in un night in provincia di Ferrara, si è costituita parte civile. Proprio all’interno di quel night, secondo la donna, all’epoca poco più che ventenne, avvenne lo stupro di gruppo, che sarebbe stato compiuto sotto il benestare del coniuge, per “onorare” dei debiti. I fatti risalgono al periodo 2005-2007. Successivamente la donna venne seguita da una struttura per problemi sanitari. Uscita dalla terapia denunciò il marito in un primo momento anche per abusi e maltrattamenti sulla figlia di 2 anni che hanno in comune. Quell’accusa venne archiviata perché insussistente. Nel 2010 la coppia si separa e parte la denuncia sempre nei confronti del marito e di altre tre persone per violenza sessuale di gruppo. I due presunti complici non vennero mai identificati a causa delle contraddittorie versioni offerte dalla vittima agli inquirenti.

Il pm chiese l’archiviazione anche queste ipotesi di reato, ma il gip scelse di procedere per verificare la fondatezza delle accuse. E così ieri in udienza è stata sentita la donna, che non ha saputo indicare l’albergo dove sostiene di esser stata costretta a prostituirsi. Nemmeno nei registri delle strutture ricercate compare il suo nome. Anche il luogo dove venne stuprata lascia spazio a perplessità, dopo la smentita di una testimone ascoltata ieri dai giudici Marini, Giorgi e Attinà.

“Secondo me questo era un processo che nemmeno si doveva fare – commenta a margine dell’’udienza l’avvocato Zamperlin -; troppi sono i riscontri che mancano alla versione della signora. bene aveva fatto il pm a chiedere l’archiviazione”.

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