Economia e Lavoro
3 Marzo 2013
In un anno la siccità ha più che dimezzato la produzione lorda vendibile

Rischio bancarotta per le aziende agricole

di Redazione | 2 min

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admin-ajax.phpQuasi 100 mila ettari interessati, con 3086 aziende, il 40% delle aziende agricole presenti sul territorio, che hanno presentato istanza di risarcimento dei danni provocati dalla siccità richiedendo contributi per oltre 275 milioni di euro, che significa danni reali che si aggirano attorno ai 350 milioni. In sostanza in un solo anno la siccità ha più che dimezzato la produzione lorda vendibile (Plv) provinciale e se vi aggiungiamo anche i 150 milioni del terremoto possiamo affermare, senza timore di smentita, che gli agricoltori quest’anno hanno lavorato per riparare i danni del 2012.

Sono i numeri che consegnano i danni della siccità a livello provinciale. Lo scorso 21 febbraio è scaduto il termine per la consegna delle istanze di risarcimento e gli addetti ai lavori, proprio grazie a quell’ingente numero di domande, possono ora toccare con mano il baratro affacciato al quale sta un intero settore dell’economia ferrarese.

“Numeri impietosi – commenta Stefano Calderoni, assessore all’Agricoltura della Provincia di Ferrara -, che segnano un quadro drammatico per le nostre aziende agricole provinciali. Per far fronte all’eccezionalità dell’evento assumerà grande importanza l’accordo pilota sul credito firmato assieme alle banche, ma sappiamo che questo può essere solo parte della soluzione; servono, e servono subito, misure strutturali”.

Ma Roma sembra diventato un porto delle nebbie. Il ministro Catania si era impegnato a suo tempo a individuare risorse straordinarie per far fronte all’eccezionalità dell’evento che ha travolto il sistema agricolo ferrarese e tutta la sua filiera. Queste risorse ancora non sono state individuate “e il nostro auspicio – aggiunge l’assessore – è che il parlamento sappia leggere con responsabilità le difficoltà del settore e che il prossimo esecutivo mantenga gli impegni assunti”.

Calderoni ammette senza remore che altrimenti “il rischio è la bancarotta delle aziende e con loro sono a repentaglio il sistema cooperativo di filiera e le imprese di servizi agromeccanici. La speranza che nutre il comparto è che questo parlamento oltre a visi nuovi, segni anche un rinnovato interesse nei confronti di uno dei settori strategici e più dinamici della nostra economia nazionale”.

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