Lettere al Direttore
27 Febbraio 2013

L’elettorato più giovane punisce il Pd

di Redazione | 3 min

A Ferrara come del resto in tutta la regione, il Pd continua il trend di emorragia di voti che lo aveva contraddistinto dal 2009.
L’apparato del partito che con cecità ha ostacolato il “presunto” rinnovamento interno simbolicamente rappresentato dal fenomeno Renzi, è sempre più lontano dalla realtà; lungi dall’avviare una seria autocritica, citando Cacciari sul Fatto ed è inevitabilmente destinato ad un declino più o meno rapido.
Fortunatamente ciò che profetizzavano alcuni fuoriusciti, non si è avverato. Anzi.
Ma vediamo nel dettaglio.
In provincia (analizzando il dato alla Camera, a noi più favorevole per motivi anagrafici e quindi raffrontabile alle amministrative), il dato medio è impressionante.
Su 236177 votanti il M5S si attesta al 24,74%. La seconda formazione politica  su tutta la linea staccando di ben cinque punti il Pdl. Al senato il dislivello è leggermente meno favorevole, il M5S si ferma “solo” al 23,17%.
Il Pd si ferma sotto la soglia storica del 35%, al 34,72% per l’esattezza, guadagnando 3 punti come coalizione (37,51). Ovvero poco più di un votante su tre vota PD, meno di un avente diritto al voto su quattro (287.391). Tresigallo che pur non era riuscita a fare un consigliere alle amministrative, registra un risultato più che lusinghiero, 23,96% al Senato.
L’incidenza dell’età e geografica è evidente entrando nel dettaglio.
A parte i risultati esplosivi di comuni dove sono presenti consiglieri e giunte del Movimento, come Codigoro e Comacchio, dove siamo il primo partito, notoriamente la città presenta un dato influenzato da una borghesia conservatrice più ostica al cambiamento ed anche un invecchiamento particolarmente localizzato della popolazione in alcuni quartieri.
Il dato del Comune di Ferrara è impressionante. Il 5 Stelle incassa un 21,93%, sia erodendo voti ad entrambi i poli che portando al voto disillusi e giovani. Comunque la colazione del Pd, che nel 2009 incassava anche il dato significativo dell’Idv, partito estintosi, ma per il resto paragonabile alla colazione che portò in Municipio Tagliani, si ferma appena sopra il 41%, perdendo quasi 4000 voti: 39254 nel 2009, 35897 oggi. Sostanziosa la perdita a destra. La coalizione, che vede anche la Lega Nord, incassa 19491 voti per una percentuale del 22,30 contro il 25,51 del 2009, quando la Lega peraltro correva da sola (ottenne un buon risultato superando il 6%).
Ma è interessante interpretare il dato geografico. I risultati pur spettacolari ma non record il M5S li fa nelle circoscrizioni che vedono alte percentuali di anziani e ceti mediamente abbienti, quindi o laddove l’elettorato è fidelizzato al Pd o tendenzialmente è più conservatore (ma qual’è la differenza?).
Al seggio n. 1 ad esempio ci “fermiamo” al 17,45, laddove il Pdl ed il centro destra incassano un 28%, o ai seggi 11 e 21, Via Baluardi (Valle Pega) e Poledrelli.
Laddove il voto è mediamente più giovane o popolare, il M5S schizza oltre il 20%.
Oltre il 23% al seggio 36 (Doro) con punte del 25%, (seggio 68, Via Pioppa, del 28% al seggio 70 di Via Copparo, fino ad arrivare al 36% al seggio 69 (Navarra), in cui è il primo partito. Lo stesso dicasi per i seggi di San Martino (Via Polina).
Il M5S veleggia tra il 23 ed il 26% anche in quelli che erano considerati dagli strateghi del partito e non solo i feudi Pd: le sezioni dall’ 80 al 96 (Krasnodar) e dal 126 al 138 (Barco Ponte).
Ricapitolando, l’elettorato mediamente più conservatore o moderato punisce severamente la scarsa opposizione mostrata in questi anni, a livello locale, ed il governo centrale spostandosi in parte su Monti. L’elettorato più giovane e dinamico ed anche popolare giudica severamente il Pd. Quindi una larga fetta di quello che dovrebbe in teoria essere il “suo” bacino.
Chi vuole ne tragga le dovute conseguenze.
Angelo Storari
Ferrara in Movimento

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