Comacchio
16 Febbraio 2013
A processo comandante di nave di Porto Garibaldi e pescatore

“Non si pesca”, capitano picchia il passeggero

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpPorto Garibaldi. Era l’8 ottobre del 2010 e quel giorno la Vincent aveva in programma una uscita fino alla piattaforma Pandora, una delle mete più lontane dal porto canale. Tanto che il biglietto, per quella escursione, era salito a 70 euro. Una visita programmata che aveva fatto arrivare sulla costa comacchiese tre pescatori di Verona. Era da trent’anni che almeno quattro o cinque volte all’anno partivano da Porto Garibaldi per il mare. Da anni sempre sulla Vincent, seguendo i consigli per la pesca del suo capitano.

La Vincent però alla “Pandora” non ci arrivò mai quel giorno. E a bordo della nave si scatenò una lite tra il capitano e alcuni passeggeri finita oggi in tribunale. Imputati, davanti al giudice Luca Marini e al pm Alessandro Rossetti, ci sono il capitano, A.C., per lesioni e ingiurie, e uno dei pescatori, M.B., per percosse e minaccia.

Tutto nacque dopo l’annuncio del capitano che quel giorno era inutile arrivare alla Pandora: “ci disse che là non si pescava, consigliando un’altra piattaforma”, spiega durante l’esame B. Alcuni dei passeggeri decidono allora di scendere. A bordo, però, chi è rimasto inizia a mugugnare per i soldi spesi per il biglietto. La discussione si accende e C. alla fine acconsente a far rotta verso la piattaforma richiesta. Non senza farsi scappare, secondo le accuse, offese pesanti ai tre pescatori veronesi. Uno di loro, B., risponde per le rime e qui sarebbe scattata l’ira del capitano. “Mi ha assalito con pugni e calci, fino a quando qualcuno non è intervenuto per allontanarlo”. Nella zuffa lui riesce a graffiare il volto e a strappare la camicia del presunto aggressore. Per lui la gita finisce lì. Sanguina dal naso, nessuno lo assiste in barca e il capitano lo fa scendere in banchina. Il pescatore, prima di abbandonare la nave, si sarebbe lanciato in una minaccia: “ti spacco le ossa”. Poi viene visto da un militare della guardia costiera, che chiamerà carabinieri (che raccoglieranno la denuncia) e ambulanza, che lo trasporterà all’ospedale del Delta. “Mi diagnosticarono 21 giorni di prognosi per frattura del setto nasale”. Un altro certificato medico successivo, uscito dall’ospedale di Verona, parlerà di sospetta frattura e di prognosi di pochi giorni.

Gli altri due pescatori veronesi, costituiti parte civile insieme a B., hanno confermato il pestaggio. L’udienza è stata aggiornata all’11 giugno.

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