Cronaca
14 Febbraio 2013
A processo donna di 62 e il genero per circonvenzione di incapace

Perde la testa, e i soldi, per l’ex ballerina di night

di Marco Zavagli | 3 min

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fotoSi conoscevano da 34 anni, da quando lei, ballerina di night club, gli aveva rubato il cuore. Era il 1974 e lui, classe 1930, saliva sul suo Ape e la raggiungeva per ammirare i suoi spettacoli. Poi la seguirà anche oltrepo pur di non perderla di vista. Arrivava anche ad offrire 400mila lire di allora, dice lei oggi davanti al giudice, “pur di avermi tutta per sé una intera notte”. Eppure, a detta di questa ammaliatrice un po’ agée, che oggi ha 62 anni, il loro è “sempre stato un amore platonico”. Un amore durato fino al ’93, quando la sua ballerina si sposa e farà perdere le sue tracce. Platonico o no, fatto sta che a un certo punto i due Romeo e Giulietta d’altri tempi si ritrovano. Lui necessita di una persona che lo segua giorno e notte. Le propone di andare a vivere con lui. Traslocano dalla sua casa di Serravalle e vanno ad abitare a Finale Emilia, in provincia di Modena. A traslocare è anche il conto corrente dell’anziano. I suoi trentamila euro di risparmi svaniscono nel nulla.

Ora lei, O.M., è imputata insieme al genero, S.E., 32 anni, di circonvenzione di incapace. Secondo l’accusa i due avrebbero “approfittato dello stato di debolezza psichica della parte offesa prospettandogli falsamente la necessità di trasferire trentamila euro dal suo conto corrente su un altro, facendogli credere che fosse intestato a lui”, mentre il denaro confluiva nella disponibilità degli imputati. Attraverso questa falsa prospettazione i due avrebbero guadagnato 25mila euro, quelli trasferiti sul conto, e 5mila in contanti.

I fatti risalgono all’estate del 2008. I due amanti platonici vanno a vivere assieme e, a detta di lei, sentita dal giudice Silvia Giorgi e dalla pm Barbara Cavallo, “spendevamo tanti soldi in serate, cene, vestiti, fino a 1500 euro al giorno”. Non male per un fidanzatino di 78 anni. Strano anche il modo di spendere questi soldi. In banca, a Serravalle, a prelevare il denaro di lui ci vanno insieme. “Mi disse che quei soldi erano nostri, poi, quando lui non ci sarebbe stato più, sarebbero diventati miei”. Nel mentre parte del denaro finisce per l’acquisto di un’auto, “che guidavo io per lui”, ma che viene intestata al genero. “Si ruppe subito, fummo costretti a demolirla..”, si giustifica l’imputata. “Veramente qui c’è l’atto di vendita”, la smentisce la pm. Sempre al genero è intestato il conto in cui confluiscono i soldi dell’anziano.

Il divertimento pazzo finisce quando il nipote dall’uomo cerca di fargli comprendere che in quel modo si stava rovinando. Impresa non facile, dato che l’ultrasettantenne era affetto da encefalopatia. Era insomma parzialmente incapace di intendere e volere. Il nipote riesce a riportarlo a casa, a Serravalle. Successivamente scopre che i risparmi sono stati polverizzati e il 20 novembre del 2008 sporge querela contro i due odierni imputati. L’anziano muore a processo in corso, nel giugno 2009, e ora, costituiti parte civile attraverso l’avvocato Paolo Pincelli del foro di Modena, ci sono i due nipoti.

Esaurita la lista dei testi, il processo continuerà con la discussione il 12 marzo.

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