Tragico incidente mortale durante la mattinata di mercoledì 18 giugno a Ro Ferrarese, dove - poco dopo le 8 - un uomo di 66 anni è morto in sella al proprio scooter dopo uno scontro fronto-laterale con un camper
Cinque rinvii a giudizio. Sono quelli che ieri (mercoledì 18 giugno) pomeriggio - dopo la discussione dell'udienza preliminare - la Procura di Ferrara ha chiesto per cinque dei sei accusati - in concorso - di omicidio stradale per la morte del 15enne Marco Lelli Ricci, giovane promessa del basket originario di Granarolo
Un luogo dove la paura si dissolve tra luci soffuse, suoni avvolgenti e immagini incantate. È questa l'essenza della "Stanza dei Sogni", il nuovo ambiente multisensoriale in via di realizzazione presso il reparto di Pediatria dell'Ospedale Sant'Anna di Cona, presentato mercoledì 18 giugno alla cittadinanza
Duecentodiciotto aggressioni tra verbali e fisiche nel 2024 contro le 66 dei primi sei mesi del 2025. Un dato confortante quello esposto dalla direttirice delle Aziende Sanitarie Nicoletta Natalini davanti alla quarta commissione consiliare competente proprio in tema di sanità
È stato scarcerato e messo ai domiciliari il 42enne di nazionalità marocchina, indagato per tentato omicidio dopo che - lo scorso 30 novembre - era stato arrestato dai carabinieri per aver accoltellato alla gola un proprio connazionale 46enne con un cutter
Ora che Marino Pinelli è stato condannato, il Sant’Anna è pronto a chiedergli i danni e a rivedere il contratto di consulenza che ha in piedi dal 2004 con il manager modenese in pensione. Dopo la pena di un anno comminata in rito abbreviato Gabriele Rinaldi si dice pronto a difendere l’azienda ospedaliera-universitaria, “parte offesa” nell’inchiesta, come sottolinea lo stesso direttore generale.
Ma non sarà solo la posizione del direttore amministrativo del progetto a finire nel mirino dell’azienda. “Ci costituiremo parte civile. Dobbiamo garantire e tutelare l’azienda, come immagine e come danno economico”, ribadisce il dg interrogato da Estense.com. Dopo il verdetto dell’udienza preliminare della settimana scorsa (vai all’articolo), con 11 rinvii a giudizio e una condanna in primo grado per Pinelli, Rinaldi è netto: “come tutti sanno bene questa è una procedura di tipo legale quindi sia la parte penale, ma anche solo quella civile, in presenza di danni, bastano per costituirsi parte lesa. Faremo tutto quello che c’è da fare perché chi ha danneggiato l’azienda, una volta giudicato, risponda dei danni. Noi eravamo presenti alle udienze come parte offesa, e da questo ruolo non ci spostiamo e non deroghiamo. Quindi in funzione delle procedure di tipo penale e civile l’azienda si costituirà, perché non ha intenzione di rimetterci né un euro, né la faccia”.
Nel frattempo il direttore generale non esita a rispondere sul futuro rapporto tra Sant’Anna e Pinelli, che fino ad oggi riceveva un emolumento vicino alla retribuzione dei vertici aziendali, e lascia intendere che la sua posizione è al vaglio dell’azienda ospedaliera proprio in questi giorni, carte del processo alla mano. “Il ruolo di Pinelli era sempre quello, ora alla luce di questa condanna dovremo ripensarlo”. Si sta valutando di rimuoverlo dall’incarico? Rinaldi sembra sul punto di rispondere affermativamente ma, di fronte a una condanna in primo grado, conserva ancora un atteggiamento garantista. “Stiamo valutando. Quando abbiamo avuto notizia della sentenza, ci siamo visti coi nostri legali per capire qual è la strada migliore da prendere”.
Ma nemmeno il diretto interessato starà con le mani in mano. L’avvocato Lorenzo Muracchini – che ha già annunciato il ricorso in appello contro la decisione del gup di Ferrara – fa sapere che il suo assistito “si sente molto amareggiato dalle parole del direttore generale, vuoi perché la sentenza non è definitiva, vuoi perché non sono ancora depositate le motivazioni della sentenza. Al momento c’è un contratto in corso tra azienda ospedaliero-universitaria e Pinelli, il quale nel caso valuterà – se sarà necessario – come tutelare la propria immagine e onorabilità. Anche perché nel successivo grado di giudizio conta di dimostrare la sua estraneità anche all’ultimo capo di imputazione rimasto in piedi nei suoi confronti”.
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