Cronaca
7 Febbraio 2013
La difesa ha chiesto di acquisire il fascicolo sulla morte del padre avvenuta nel ’91

Un perito per il profilo psichiatrico della Zucchi

di Marco Zavagli | 2 min

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Donatella Zucchi

Donatella Zucchi

Si è tenuto ieri davanti al gip Silvia Marini e al pm Filippo Di Benedetto l’incidente probatorio per la perizia psichiatrica su Donatella Zucchi, la donna di 44 anni che il 23 gennaio uccise con un colpo di pistola il marito Vincenzo Brunaldi. Il tribunale ha nominato lo psichiatra Andrea Andreasi di Bologna, che avrà 60 giorni a disposizione per tracciare il profilo psichiatrico della donna.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Eugenio Gallerani, ha nominato un proprio consulente, lo psichiatra Reanto Ariatti di Bologna. Al momento nessuna nomina per la parte civile, rappresentata dall’avvocato Angela Natati.

Gallerani ha anche chiesto e ottenuto di acquisire il fascicolo sulla morte del padre avvenuta nel ’91. “Donatella Zucchi – spiega il legale – ha passato l’infanzia ad assistere a litigate furibonde tra la madre, che aveva problemi di alcol, e il padre, descritto come persona violenta. Poi a 21 anni, una sera torna a casa ed assiste alla shoccante scena del cadavere del padre per terra, appena ucciso incidentalmente dalla madre. È ovvio che questi episodi non possono non aver turbato la sua persona”. Tanto che la Zucchi spiegò in interrogatorio che il suo terrore era “quello di rivivere cose già viste”. Credeva cioè che il marito bevesse” e quel mattino del 23 gennaio, “provai a svegliarlo, parlando a voce alta, togliendogli il cuscino; credevo fosse ubriaco”. Con sé però aveva già la pistola. “Se si fosse svegliato l’avrei nascosta nella tasca del pigiama”. E alla domanda degli inquirenti “quindi suo marito è morto perché quel girono lei credeva che avesse bevuto” rispose tranquillamente di “sì”.

L’udienza per la discussione della perizia è fissata al 15 maggio.

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