Verrà processato a giugno per tentata concussione Enrico Sito, 52 anni, funzionario dell’agenzia delle Entrate di Cento. Il gup Piera Tassoni ha accolto ieri la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla pm Patrizia Castaldini (ieri in udienza preliminare per la procura era presente il sostituto procuratore Barbara Cavallo).
Secondo l’ipotesi accusatoria ricostruita in fase di indagini, l’uomo – dopo i controlli fiscali nei confronti di alcuni imprenditori – avrebbe proposto a tre imprenditori centesi di ammorbidire la loro posizione nel caso si fossero rivolti a uno studio fiscale di Cento. Studio in cui lavorava il figlio dell’imputato.
A denunciare il presunto tentativo di concussione sono stati Lamberto Ballanti, titolare della ditta Laba, Daniele Licalsi, titolare di una ditta che commercia moto, e Andrea Gallerani, rappresentante legale della società di costruzioni Ceci. I tre si sono costituiti parte civile attraverso gli avvocati Cesare Bonazzi e Riccardo Ziosi.
In base alla ricostruzione della procura, tra il 2006 e il 2008, Enrico Sito rilevò alcune irregolarità nella posizione contributiva degli imprenditori. A questo punto il funzionario dell’Agenzia delle Entrate avrebbe proposto una “scorciatoia” che avrebbe evitato multe salate e, almeno in un caso, la denuncia di evasione. Nello specifico, Gallerani della Ceci Costruzioni lamenta di essersi visto ‘dirottato’ verso lo studio fiscale ‘amico’per evitare il pagamento di 300mila euro per le verifiche sugli anni 2003 e 2004. Licalsi riferì agli inquirenti di aver ricevuto la proposta di pagamento di 50mila euro per chiudere la verifica senza sanzioni. Ballanti infine, l’unico che avrebbe usufruito del ‘prezioso consiglio’ avrebbe visto la propria posizione ammorbidita a dovere.
A giugno il tribunale esaminerà ogni accusa in dibattimento. Una prospettiva che non spaventa il difensore di Sito. “Attendiamo l’esame del giudice per chiarire ogni posizione – commenta l’avvocato Alberto Bova -, fiduciosi che verrà dimostrata l’estraneità del mio assistito ai fatti contestati”.
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