Bosco Mesola. È accusato della rapina a un camionista avvenuta a Bosco Mesola la notte del 4 marzo 2009. È comparso davanti al tribunale collegiale di Ferrara (presidente Marini, a latere Rizzieri e Attinà) Paolo Dori, 49 anni, fermato un mese dopo il fatto dai carabinieri di Comacchio.
Il nome di Dori (difeso d’ufficio dall’avvocato Matteo Nicoli del foro di Verona), più volte condannato per reati contro il patrimonio e con precedenti per reati contro la persona, evasione e resistenza a pubblico ufficiale, era ricercato in tutta Italia un anno fa per aver investito con un furgone un carabiniere a un posto di blocco in provincia di Pistoia. In precedenza era sospettato di diverse rapine avvenute in Emilia Romagna e, ultimamente, si trova in carcere a Venezia per ricettazione.
In provincia di Ferrara è sospettato, insieme a due persone non identificate, di aver derubato un autotrasportatore che aveva parcheggiato in un’area di sosta a Bosco Mesola. Quella notte, attorno alle 4, l’uomo – secondo l’accusa (ieri in udienza rappresentata dalla pm Mariaemanuela Guerra) – avrebbe rotto il finestrino del mezzo pesante e avrebbe immobilizzato il conducente, che stava dormendo all’interno dell’abitacolo, legandolo con del nastro adesivo e sotto la minaccia di un cutter.
Fattosi consegnare le chiavi della porta posteriore, si sarebbe impossessato di 50 euro e di un navigatore satellitare. In quel periodo Dori risiedeva a Lido Nazioni. Di lui si persero le tracce fino al 2 aprile successivo, quando venne fermato dai carabinieri per un controllo. La sua persona corrispondeva infatti all’identikit fornito dalla vittima. L’autotrasportare lo riconoscerà dalla foto segnaletica pochi gironi dopo.
Ieri in udienza i giudici hanno disposto una integrazione alla consulenza effettuata a suo tempo dai Ris. I carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche di Parma dovranno prelevare un campione del dna di Dori e confrontarlo con quello ritrovato sul nastro adesivo utilizzato durante la rapina.
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