Portomaggiore
8 Gennaio 2013
Dal problema parcheggi alla sanzione che scatena l’ira

Litiga col vigile dopo la multa, assolto

di Marco Zavagli | 2 min

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admin-ajax.phpPortomaggiore. Aveva minacciato il vigile che gli aveva fatto la multa e, finito in tribunale, è stato assolto. È una storia complicata, ma dal lieto fine, quella vissuta da un imprenditore portuense di 45 anni, Alberto Giammorcaro, imputato di resistenza a pubblico ufficiale.

Il periodo oggetto del dibattimento è la primavera del 2009. In paese si raccolgono firme per creare più posti auto in via Pertini, dove abita l’imputato. Proprio lui si fece promotore di una petizione, che puntava tra l’altro il dito contro le multe che i residenti si vedevano affibbiare per i parcheggi poco ortodossi cui erano costretti dalla mancanza di spazi appositi.

In questo clima, per così dire, incandescente si arriva al primo maggio del 2009. Giammorcaro mentre entra in casa lascia l’auto nel posto riservato agli invalidi. Una pattuglia di vigili urbani sta per elevare la contravvenzione quando l’uomo viene avvertito dalla moglie. Esce e inizia un litigio con l’agente di polizia municipale. Secondo la versione della difesa il vigile, vedendolo arrivare troppo vicino a sé, l’avrebbe spintonato con entrambe le mani, facendo cadere così il blocchetto delle multe.

Secondo l’accusa, invece, era stato l’imputato a strappargli di mano il blocchetto e il collega, capendo che la situazione poteva degenerare, aveva chiamato i carabinieri. Per tutta risposta l’imputato lo minacciò con la frase: “ti vengo a cercare fuori dal servizio e ti spacco la faccia”.

Un vicino aveva assistito alla scena dall’uscio di casa. La sua versione si avvicinava a quella della difesa: fu il vigile secondo lui a lasciar cadere il libretto a spintonare l’uomo con entrambe le mani.

Fatto sta che al termine della discussione, viste le versioni differenti, il pm onorario Anna De Rossi ha chiesto l’assoluzione con formula dubitativa per l’impossibilità di raggiungere la certezza dell’imputazione mossa. La difesa, sostenuta dall’avvocato Marcello Rambaldi, ha chiesto invece l’assoluzione piena. Il vigile non si era costituito parte civile.

Al termine della camera di consiglio il giudice Franco Attinà ha assolto l’imputato perché il fatto non costituisce reato e per la “dubbia sussistenza dell’elemento soggettivo” (cioè della volontà di opporre resistenza al pubblico ufficiale) considerando le minacce proferita al termine del litigio come reazione alla spinta e contestualizzate in un clima generale di tensione per il “problema parcheggio” e, in ogni caso, non messe in atto per scongiurare la multa.

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