La Regione Emilia Romagna e l’Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente (Arpa) sono contrarie all’ampliamento della discarica Crispa. La Provincia di Ferrara, invece, vuole andare avanti con il progetto. L’Europarlamentare IdV Andrea Zanoni: «Bloccare subito il progetto in linea con il parere dell’ARPA e le Direttive UE».
Il 17 dicembre scorso, in una Conferenza di Servizi tenutasi presso l’Ufficio Ambiente della Provincia di Ferrara ha dato via libera alla Valutazione di Impatto Ambientale (Via) che contiene l’autorizzazione di inizio lavori per la Grande Crispa, cioè l’aumento di capacità di smaltimento per 250mila tonnellate di rifiuti speciali della discarica di Jolanda di Savoia. Alla firma del documento erano presenti la Provincia di Ferrara, i Comuni di Jolanda e Copparo, il Consorzio di bonifica, l’Asl, l’Atesir e l’ARPA.
Il 29 ottobre, l’Arpa ha espresso parere negativo al landfill mining, che riguarda il primo lotto, ovvero la parte più vecchia della discarica risalente agli anni ’80 quando i rifiuti non venivano separati in base a pericolosità e tossicità. Questa pratica consiste nell’asportare tramite escavazione i materiali depositati al fine di ricavare volumi utili a futuri nuovi depositi.
Nella relazione, l’Arpa ha sottolineato che il beneficio ambientale che si otterrebbe da un intervento di rimozione dei rifiuti sarebbe molto basso a fronte di un elevato rischio di alterare l’eco-equilibrio.
Andrea Zanoni, eurodeputato IdV e membro della Commissione Envi Ambiente, Salute Pubblica e Sicurezza Alimentare ha affermato: «Il progetto così come presentato mette a serio rischio di contaminazione la falda acquifera, soprattutto nell’ipotesi che i rifiuti si trovino a bagnomaria, ovvero sotto il livello della falda perché la loro movimentazione potrebbe comportare il rilascio di ingenti quantità di percolato attualmente rinchiuse in potenziali sacche formatesi negli anni».
L’Arpa, nella relazione, ritiene che il rimaneggiamento dei rifiuti potrebbe determinare un inquinamento maggiore di quello attualmente rilevato che è stato dimostrato lieve ed accettabile dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
«Fino a quando non saranno esclusi tutti i rischi per la salute dei cittadini e per l’ambiente – conclude Zanoni – non dovrà essere dato il “via libera” ad alcun progetto di ampliamento. L’Italia è già stata messa in mora per aver violato ripetutamente la Direttiva quadro sulle acque 2000/60/CE che fissa le regole per la protezione dei bacini idrici e delle falde acquifere. A marzo scorso la Commissione europea ha inviato, infatti, un parere motivato all’Italia per chiedere il rispetto della normativa essendo il nostro Paese inadempiente. Questo progetto aggraverebbe anche la situazione dell’Italia in merito alla procedura di infrazione in atto per la violazione della Direttiva Acque. Nel caso di rilascio dell’autorizzazione da parte della Provincia di Ferrara non perderei un minuto a denunciare il tutto alla Commissione Europea perché credo che ci sarebbero delle violazioni non solo alla Direttiva Acque, ma anche alla Direttive su Discariche e Rifiuti».
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