L’esperienza, diceva Churchill, è il nome che diamo ai nostri errori e, chi più chi meno, ognuno ha la usa “esperienza”.
Leggo con sconcerto, e con una buona dose di biasimo, le esternazioni di uno dei genitori di quei ragazzi entrati nel vortice dell’ “affaire occupazione” al Vergani.
Non voglio riferirmi alle sensazioni personali, alle singole vicende, ma come monito per chi, scappati i buoi, si lamenta perché la stalla viene chiusa troppo lentamente.
L’errore c’è stato, ed è stato brobdingnagiano, e di certo è risibile il “avranno pure sbagliato”.
No, hanno sbagliato.
Non è una posa sul piedistallo ma semplicemente l’ennesimo richiamo al fatto che c’è modo e modo di protestare, di manifestare il legittimo dissenso, come molti ragazzi e professori stavano facendo in piazzetta municipale, senza commettere crimini, senza inutili strumentalizzazioni e con il supporto delle forze dell’ordine che, vorrei ricordare, hanno operato in maniera impeccabile e ineccepibile, costituendo forse esempio e best practice a livello nazionale.
Se, infatti, a Ferrara i cortei studenteschi si sono svolti in maniera pacifica, senza scontri e puntando l’attenzione sui (pochi) contenuti della protesta, dai quali però permettetemi di dissentire, è merito della bonarietà della maggioranza degli studenti e anche della professionalità e della lungimiranza delle autorità che hanno saputo operare con intelligenza sulla gestione dell’ordine pubblico.
Ecco però che, indirettamente appoggiati da sinistre parti politiche, partiti e non solo, si è tentato di inscenare un “atto dimostrativo” e per questa dimostrazione si ha la pretesa di voler sospendere ordine e leggi.
Sono convinto che, come pure si dà per scontato l’uso dei social network, specie tra i più giovani, anche questi ragazzi, imparino dal pachidermico errore, non timore e diffidenza verso gl’agenti, ma rispetto delle persone e delle cose, valori per la cui trasmissione pare che la scuola non basti più.
Non mi si racconti che “hanno soltanto chiuso un cancello” così come, mutatis mutandis, altri “hanno solo preso in prestito qualche profumo o due – tre magliette”.
Caro papà, dovrebbe ben sapere che questi sono REATI e la legge vale per tutti, senza distinzioni.
Certo, gl’esempi di doppiopesismo sono sotto gl’occhi di tutti, ma non crede che quantomeno per una “superiorità morale” dovremmo distinguerci da altri avventori del territorio italico che si fanno beffe dei nostri agenti e delle nostre regole?
Un pensiero va agli studenti coinvolti che spero capiscano una volta per tutte che seguire certe linee, specie delle rosse paladine che li hanno accompagnati in questo baratro, non solo è controproducente ma danneggia tutta la società.
Si può protestare, e a volte è bene farlo, ma nel rispetto di tutti.
Forse stavolta la lezione fuori dai banchi rimarrà più impressa.
Lorenzo Barbieri