di Maria Paola Forlani
Tra le molte mostre che in Europa ma anche in Asia e in America del Nord sono dedicate a Fluxus nel cinquantenario della sua nascita ufficiale (al festival di Wiesbaden nel 1962) e in occasione del centenario della nascita di John Cage (Los Angeles 1912 – New York 1992), quella di Reggio Emilia, aperta a Palazzo Magnani fino al 10 febbraio 2013 a cura di Elena Zanichelli (catalogo Skira), riveste un carattere d’autonomia e novità poiché negli anni Settanta, la vivace città emiliana è stata teatro di questa esperienza così importante per quel cambio paradigmatico ed interdisciplinare dei linguaggi e delle forme creative, in particolare attraverso l’apporto di Rosanna Chiessi. Fluxus è, a tutt’oggi il più complesso – e quindi largamente sottovalutato – movimento artistico (o “non movimento”, come si autodefinì) dei primi anni Sessanta, si sviluppò in parallelo, e spesso in aperta contrapposizione, alla Pop art e al Minimalismo negli Stati Uniti e al Nouveau réalisme in Europa. Più aperto e internazionale negli scopi (con più artiste donne tra i partecipanti) di qualunque altra avanguardia o neoavanguardia dal Dadaismo e dal Costruttivismo russo, Fluxus negava qualsiasi distinzione tra arte e vita, e credeva che la routine, il banale e le azioni quotidiane dovessero essere considerati eventi artistici, secondo il precetto che “Tutto è arte e chiunque la può fare”. Con le sue diverse attività, che includevano concerti e festival “fluxus”, performance musicali e teatrali, pubblicazioni della grafica innovativa, arte postale e altri eventi, gesti e azioni effimeri, diede origine a molti degli elementi chiave dell’Arte concettuale, come l’insistenza sulla partecipazione dello spettatore, la svolta verso la performatività linguistica e l’azione della critica istituzionale.
Fluxus fu batezzato (se non “fondato”) nel 1961 da George Maciunas (1931 – 78), un lituano emigrato nel dopoguerra che, dopo avere frequentato per qualche anno un liceo nella Germania dell’Ovest, arrivò negli Stati Uniti nel 1948. Maciunas affermò di avere trovato il nome – dal latino fluire, scorrere – ficcando un coltello o un dito nel dizionario, con lo stesso metodo cioè che i dadaisti sostenevano di avere utilizzato per trovare il loro. Il movimento Fluxus emerse nel momento cruciale in cui gli artisti del dopoguerra cominciavano a svincolare dal dominio egemonico dell’Espressionismo astratto americano. Questo passaggio fu stimolato in sommo grado dalla pubblicazione nel 1951 dell’antologia di Robert Motherwell I pittori e poeti dadaisti, e in modo più preciso dagli insegnamenti del compositore John Cage.
Al di là del suo complesso internazionalismo e della sua insistenza sulle pratiche di gruppo, Fluxus si impegnò fin dall’inizio in una critica radicale dei concetti tradizionali di identità e autoralità (artistica), critica che assunse un tono antimaschilista, quando non esplicitamente femminista. Un chiaro esempio di questa tendenza fu Pittura di vagina di Shigeko Kubota, in cui l’artista dipinse con della vernice rossa su un foglio di carta posato a terra per mezzo di un pennello attaccato alla vagina, smantellando così in un unico scandaloso gesto la mitologia apparentemente infinita delle virili perfomance pittoriche di Pollok.
Nella mostra Women in Fluxus & Other Experimental Tales di Palazzo Magnani sono esposte, oltre ad opere scelte di singole artiste, documentazioni di eventi e spartiti (Event Scores), riprese video, fotografie, dischi, oggetti, documenti cartacei, Fluxus Yearboxes e altri avvincenti materiali relativi alle serate Fluxus. Le opere scelte provengono dalle più importanti collezioni italiane che intendono ripercorrere quell’incredibile momento d’interdisciplinarietà come interdisciplinarietà programmatica, che Dick Higgins chiamò intermedia, e che scrisse parte della storia dell’arte contemporanea, anche a Reggio Emilia. Si tratta, infine, di una genealogia aperta allo sconfinamento nella realtà dei visitatori e visitatrici invitati a partecipare attivamente alla visita, come nella filosofia di Fluxus. Tra gli autori Alison Knowels, Charlotte Moornam, Takako Saito, Mieko Shiomi, Yoko Ono, Joe Jones, John Cage, Ben Vautier, La Monte Yung, Jackson Mac Low, Robert Filliou, Ben Patterson, Dick Higgins. Robert Watts, Carolee Scheemann, Shigeko Kubota. Simone Forti, Anna Halprin, Philip Corner, Giuseppe Chiari, Henry Flynt, Ay-O, Eric Andersen, Geoffrey Hendricks, Milan Knižàk, Al Hansen, Alice Hutcins e molti altri ancora.
Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni
Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.
OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:
Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com