Attualità
1 Novembre 2012

E vennero i borghi

di Redazione | 5 min

Il terzo intervento terminava così…….

Continua…… con la definizione di Contradaiolo Ferrarese……..una Brutta Razza!!!!!(nel senso buono della definizione)

Dopo aver girato per l’Italia e aver ritrovato le stesse tradizioni, le stesse tematiche e le stesse forze……del SISTEMA CONTRADA…..ora da buon provinciale, qual sono…..mi metto al computer ed analizzo il Sistema Contrada Ferrarese.

Oggi, giorno di Ognissanti, sono a casa e dalla finestra del mio studio, vedo in lontananza le mura cittadine, quelle che appartengono al territorio del Rione Santa Maria in Vado…e le vedo dal territorio del Borgo San Giorgio. Infatti io abito a Quacchio, quindi appena fuori dalle mura.

Ma i libri che mi fanno compagnia, mi permettono di fare un viaggio a volo d’uccello sulla nostra città e soprattutto viaggiare nel tempo…..e mi permettono, ancora una volta, di ribadire il concetto di CONTRADA-TERRITORIO

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Urbanistica_di_Ferrara#Dal_Medioevo_al_Rinascimento

Nel 1438 la Ferrara medioevale era costituita da diversi agglomerati abitati, alcuni presenti all’interno delle mura altri invece situati nelle immediate periferie. Esistevano quattro borghi collocati fuori la cinta muraria i cui confini erano segnati dalle strade che li delimitavano. A nord-ovest esisteva la Porta San Biagio dalla quale dipartiva una strada che portava sino a Mizzana la quale, proseguendo a nord, arrivava sino a Santa Maria del Pino e a Pontelagoscuro: si creava così il Borgo Superiore.

Dal termine a nord di Via Borgo dei Leoni, così chiamata perché prospiciente l’antica Torre dei Leoni del Castello Estense, si dislocavano tre strade: la prima delimitava il Borgo San Biagio che andava da Santa Maria del Pino, a San Barnaba e a Pontelagoscuro. La seconda strada, detta Spazzarusco, collegava Via dei Piopponi a Santa Maria degli Angeli e alle delizie ducali di Belfiore e del Barchetto. La terza via, partendo da Via Borgo dei Leoni, collegava la città a Francolino passando per San Leonardo e Santa Lucia Vecchia. IlBorgo della Pioppa era ad est della città, delimitato dalla prosecuzione di Via Borgo dei Leoni e dal Borgo di San Guglielmo di cui condivideva i confini

E iniziamo a trovare i BORGHI……..

….ma continuiamo a volare…

La città medioevale era quindi costituita da un agglomerato urbano che si dislocava lungo le sponde del Po…..Il sistema viabilistico era perciò caratterizzato da piazze primordiali, che ancora non avevano assunto il ruolo di “centri” nevralgici della città….. Erano inoltre presenti ampi spazi verdi a nord delle mura che gli Este utilizzavano come riserva di caccia detto il Barco come era conosciuto allora e da cui deriva il nome dell’omonimo quartiere ancora oggi esistente.

Il duca di Ferrara Ercole I d’Este manifestò quindi la propria volontà nel voler difendere l’ampia zona del Barco, sempre più esposta ai rischi delle invasioni da parte dei Veneziani, e il desiderio di fortificare militarmente la città a nord….. All’interno della città si sarebbero quindi creati nuovi spazi utili alla costruzione di una porzione di città che si sarebbe quindi espansa a nord.

L’opera di urbanizzare la nuova Ferrara fu affidata all’architetto Biagio Rossetti….. Rossetti nell’ideare l’addizione delineò un tracciato della città che avrebbe inglobato al suo interno le già presenti caratteristiche medioevali con le nuove concezioni rinascimentali: le antiche mura sarebbero state abbattute e ingrandite mentre i borghi vi avrebbero gravitato attorno.…. All’incrocio fra il cardo e il decumano pose il Quadrivio degli Angeli ovvero l’insieme degli angoli dei tre palazzi che vi si affacciavano formati dal Palazzo dei Diamanti, Palazzo Prosperi-Sacrati e Palazzo Turchi di Bagno. Il Rossetti ideò anche aree verdi come la Piazza Nuova, ora Piazza Ariostea, e tre chiese (San Benedetto, San Giovanni e Santa Maria della Consolazione).Per dividere la città vecchia medioevale con la città nuova rinascimentale Rossetti ideò la Giovecca, una lunga strada che seguiva il tracciato del decumano andando da est ad ovest.

Tale opera urbanistica la si fa ricondurre al 1492 a cavallo fra la fine dell’età medioevale e l’inizio del Rinascimento, e che valse a Ferrara la nomina di prima città moderna d’Europa celebrata con l’inserimento fra i Patrimoni dell’umanità dall’UNESCO nel 1995 e successivamente nel 1999.

……e qui sono state create le CONTRADE

E ora dobbiamo trovare…..i Contradaioli…

(dal libro Ferrara e il Palio storia, poesia in dialetto, attualità – Giovanni Vicentini Editore Ferrara 1992)

Sezione UNA LUNGA STORIA DA RACCONTARE di Dino Tebaldi

PER UNIRE I BORGHI

Il Palio nacque- senza dubbio- come manifestazione di popolo promossa dal “vertice”; prima ancora che Ferrara potesse dirsi “città”. Accadde-pensiamo- dopo il Mille e molto prima che finisse il sec. XIII: un’età lontana, di cui si hanno scarse “memorie”. E’ certo che allora Ferrara si componeva di nuclei o borghi, distinti tra loro, in rivalità fin dalle origini perdute nel tempo. Era la Ferrara dei campanili e dei campanilismi, da cui un “clima”nocivo alla crescita degli uni e degli altri. Posizione centrale, e-di certo- prioritaria, aveva il borgo attorno alla chiesa di San Pietro, madre e matrice-in età bizantina- della prima forma urbana: a oriente erano il Borgo di Sotto e la Massa Popularis o Borgo della Pioppa (adesso Quacchio); A OCCIDENTE, IL Borgo di Sopra ed il Castel Tedaldo incombene su Borgo San Giacomo (Addizione continiana). Per unirli, ci voleva una festa comune; una corsa di popolo da un capo all’altro della città. Si chiamò Palio….

….COME MANIFESTAZIONE DI POPOLO………..PER UNIRLI CI VOLEVA UNA FESTA COMUNE……

Continua…..

“Il 24 Aprile ricorreva la festa di San Giorgio, Patrono della Città, e in quella occasione signorotti emiliani e parenti degli Estensi venivano ad assistere ai numerosi festeggiamenti. La vigilia seguiva una sfilata pittoresca dei rappresentanti delle Arti e dei castelli, con i loro gonfaloni, che si recavano a fare un’offerta di cera all’altare di San Giorgio nella Cattedrale; poi si assisteva alla mostra dei cavalli che dovevano correre il giorno dopo, in cui al mattino si facevano le rinomate corse dei barbari…….(Giuseppe Pardi 1924 in prefazione a B.ZAMBOTTO-“Diario ferrarese”)

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