Politica
1 Novembre 2012
Da Roma arriva l’ok del Consiglio dei Ministri alla proposta di riordino

Ferrara sola nella nuova cartina delle Province

di Redazione | 2 min

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Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio, finalizzato al riordino delle province e all’istituzione delle città metropolitane. Si chiude così, con l’imprimatur governativo, il lungo iter che ha portato a ridisegnare la geopolitica nazionale e locale.

Nella nuova “cartina delle Province” italiane Ferrara figura in perfetta solitudine. Un isolamento che solo il futuro saprà decifrare in termini positivi o negativi. L’Emilia-Romagna sarà così “ridisegnata”: le attuali Province di Parma e Piacenza daranno vita a un nuovo e unico ente, lo stesso vale per Reggio Emilia e Modena e per le tre attuali Province romagnole di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini che creeranno la Provincia della Romagna. La Provincia di Ferrara, invece, manterrà la propria attuale dimensione geografica visto che rientra nei parametri di popolazione e di territorio previsti dalle norme del Governo. Discorso a parte per la Provincia di Bologna che, dal primo gennaio 2014, si trasformerà in Città metropolitana.

Dal 1° gennaio prossimo le giunte delle province italiane saranno soppresse e il presidente potrà delegare l’esercizio di funzioni a non più di tre consiglieri provinciali. Il numero delle province delle Regioni a statuto ordinario si ridurrà da n.86 a n.51 (ivi comprese le città metropolitane).

Il riordino delle province è stata inoltre l’occasione che ha spinto numerosi Comuni a chiedere lo spostamento in un’altra provincia, confinante con quella di appartenenza, per ragioni di maggiore affinità territoriale e socio-economica. Per assicurare l’effettività del riordino posto in essere, senza necessità di ulteriori interventi legislativi, il Governo ha delineato una procedura con tempi cadenzati ed adempimenti preparatori, garantiti dall’eventuale intervento sostitutivo di commissari ad acta.

Resta fermo il divieto di cumulo di emolumenti per le cariche presso gli organi comunali e provinciali. Resta altresì ferma l’abolizione degli assessorati. Infine gli organi politici devono avere sede esclusivamente nelle città capoluogo

“Il riordino delle Province – spiega una nota del consiglio dei ministri – è il primo tassello di una riforma più ampia che prevede la riorganizzazione degli uffici territoriali di governo (prefetture, questure, motorizzazione civile ecc..) in base al nuovo assetto. Dunque anche gli altri uffici su base provinciale saranno di fatto dimezzati. Al termine di questo processo sarà possibile calcolare gli effettivi risparmi che comporterà l’intera riforma”.

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