
Mario Zamorani (a destra) con l’avvocato Longobucco
di Ruggero Veronese
“Una gravissima mancanza di rispetto nei confronti delle regole e dei cittadini”. Una denuncia forte quella che Mario Zamorani, presidente dei Radicali Ferrara, lancia nei confronti del sindaco Tiziano Tagliani e dell’intera amministrazione comunale, colpevoli di non aver mai attuato una delibera approvata all’unanimità dal consiglio nell’aprile 2009. Una delibera nata da una proposta di legge di iniziativa popolare autenticata da 500 firme, che avrebbe dovuto introdurre una maggior trasparenza nella politica con la pubblicazione sul sito del comune dei dati relativi ai consiglieri e alle loro decisioni: rimborsi, spese dei gruppi consigliari o destinazione degli immobili del comune, solo per citarne alcuni.
“Come radicali abbiamo incontrato più volte il sindaco – spiega Zamorani – e ha sempre preso tempo promettendo che la delibera sarebbe stata attuata. Sono passati tre anni e mezzo, e ancora non si è visto nulla. L’unico antidoto alla politica del malaffare è la prevenzione, che si attua principalmente con la trasparenza, ma a Ferrara questo non lo vogliono. E in particolare Tiziano Tagliani, che oltre a non rispettare le regole non ha tenuto fede alla parola data, che per un politico dovrebbe essere fondamentale”.
Zamorani spiega come sul sito del comune siano comparse col tempo alcune delle informazioni previste dalla delibera, ma sempre “a macchia di leopardo, in maniera parziale, incompleta, e trascurando i punti più importanti”. Nel mirino soprattutto l’inserimento dei bilanci di previsione invece di quelli consultivi, “in modo da non pubblicare le vere spese effettuate”, la mancanza degli emolumenti per molte delle società partecipate o controllate, comprese le grandi realtà come Hera, Sipro, Ami o Ferrara Fiere, o l’impossibilità di risalire alle votazioni dei singoli consiglieri durante le delibere.
A spiegare l’offensiva che i radicali preparano contro l’amministrazione è l’avvocato nominato da Zamorani, Pasquale Longobucco: “Dopo tre anni in cui si sta aspettando l’attuazione, nel rispetto delle regole abbiamo deciso di avviare un’azione e mettere in mora il comune. Siamo nell’ambito dell’omissione di atti d’ufficio, e daremo trenta giorni di tempo all’amministrazione per porre in essere la totalità della delibera. Che d’altra parte avrebbe già l’obbligo istituzionale di dar seguito a ciò che essa stessa ha approvato”.
Lo strano caso di vedere una delibera prima approvata all’unanimità e poi totalmente trascurata non stupisce Zamorani, che ne vede le motivazioni politiche: “Si è trattato di uno degli ultimi atti di Sateriale, che a fine mandato non aveva nessun motivo per ostacolarlo. Di conseguenza nessuno degli altri consiglieri si è espresso contro, dato il contenuto della proposta, ma non si può sapere come sarebbe andata se Sateriale non fosse stato in quella situazione particolare”.
Zamorani nel frattempo ha chiesto anche un incontro al prefetto per spiegargli la vicenda, e avverte: “Le probabilità di procedere sono non dico alte, ma altissime”.