Eventi e cultura
6 Ottobre 2012
Anche il sindaco Tagliani farà da cicerone della pedalata storica nell'Addizione Erculea

‘Cronaca di un amore’, in bici con Daria Bignardi

di Redazione | 5 min

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Due ciceroni d’eccezione, Daria Bignardi e il sindaco Tiziano Tagliani, per un tour in bicicletta attraverso uno dei più suggestivi territori di Ferrara, quello dell’Addizione Erculea. L’appuntamento, dal titolo ‘Cronaca di un amore’, è inserito nel calendario del Festival Internazionale ed è fissato per oggi, sabato 6 ottobre alle 10.30, con ritrovo in largo Castello.

Il percorso offrirà la possibilità di effettuare in tutta tranquillità un giro in bicicletta nella zona a nord del Castello Estense, tra nobili strade e verdi sentieri, per rivivere, attraverso racconti e curiosità, alcune sensazioni e suggestioni che hanno reso celebre questo brano di città così ricco di storia.

L’itinerario, dunque, muoverà alla scoperta della “Terranova”, oggi conosciuta come Addizione Erculea, voluta dal duca Ercole I d’Este e realizzata dall’architetto di corte Biagio Rossetti a partire dal 1492, grazie alla quale Ferrara diverrà “la prima città moderna d’Europa”. Il nuovo ampliamento verso settentrione fu realizzato nella zona al di là delle mura medievali e del Castello Estense, dove esistevano già alcuni piccoli borghi, chiese e campi coltivati, ma soprattutto vastissime aree non edificate.

Si trattò di un piano regolatore ante litteram, che si avvaleva di due assi portanti rettilinei e quasi ortogonali fra loro: la via degli Angeli (ora Corso Ercole I d’Este) e la strada dei Prioni (oggi Corso Porta Mare, Corso Biagio Rossetti, Corso Porta Po). Quest’ultimo asse viario univa due porte, quella di San Benedetto ad ovest (ora distrutta) e quella di San Giovanni Battista ad est, di cui rimane il “torrione di guardia” (attuale sede del Jazz Club).

I palazzi rinascimentali più importanti furono costruiti per essere visti in diagonale o in prospettiva, abbandonando la visione frontale dell’edificio, tanto che gli immobili di maggiore pregio, come palazzo dei Diamanti e palazzo Prosperi-Sacrati, vennero posti negli angoli dell’incrocio formato dalle due strade citate (il cosiddetto “Quadrivio rossettiano”), che assume così un significato urbanistico fondamentale nel progetto dell’Addizione.

Soprattutto lungo l’ampia via degli Angeli, i palazzi furono proporzionati tenendo conto delle dimensioni del rettifilo; inoltre, tra un edificio e l’altro vennero progettati all’epoca ampi giardini ed orti, non solo per motivi estetici in omaggio all’ars topiaria, ma anche perché occorreva prevedere ampi spazi aperti, più verde, più luce, così da ridurre il rischio di diffusione delle terribili epidemie. Proprio l’alternarsi di edifici rinascimentali e di ampi spazi verdi costituisce una suggestiva peculiarità di questa strada, una delle più belle vie del mondo, da gustare, come faremo, in sella alla bicicletta.

L’Addizione si fondava, inoltre, su un “reticolo di strade” larghe e rettilinee che, attraverso allineamenti viari ed altre opere ultimate nel corso del XVI secolo, si innestava con le vie medievali a sud della Giovecca. In questo modo il nuovo impianto urbanistico rinascimentale, che si arricchì tra la fine del ‘400 e gli inizi del ‘500 di splendidi edifici, di chiese monumentali e di una “Piazza Nova” (piazza Ariostea), poté essere integrato con la città più antica.

Per difendere l’Addizione e quindi la città dagli eventuali attacchi dei veneziani, nemici per antonomasia degli Estensi, il Rossetti e il duca pensarono di costruire moderne fortificazioni con torrioni a base circolare che non opprimessero la nuova urbanizzazione, le cosiddette mura rossettiane; venne realizzato così, tra la fine del Quattrocento e gli inizi del secolo successivo, “uno dei primissimi esempi su larga scala del fronte bastionato italiano”.

Al centro del tratto settentrionale delle difese estensi si impone all’attenzione la Porta degli Angeli (1525), da cui uscivano i duchi d’Este per andare nel Barco, antico territorio di caccia esclusivo della corte situato al di là delle mura, ora destinato a Parco Urbano (Parco Bassani) con piccoli boschi e laghetti, attrezzato con giochi, piste ciclabili e punti di ristoro. Da questa antica porta civica osserveremo gli spazi interni alla città nelle immediate vicinanze delle mura, dove un tempo insistevano la famosa delizia estense di Belfiore e il celebre Barchetto, suggestivo toponimo citato da Giorgio Bassani nel suo celebre romanzo “Il Giardino dei Finzi-Contini”, che nella fantasia dell’autore doveva estendersi per diversi ettari proprio in fondo a Corso Ercole I d’Este.

A seguire ci si spingerà fino alla “Montagnola” (a nord-est della cerchia muraria), luogo alto e privilegiato realizzato in origine dagli Estensi per motivi militari e poi trasformato in delizia, ma legato successivamente al mistero dell’eco, a cui accennano gli storici dell’Ottocento e il grande artista Filippo de Pisis. Da qui, seguendo la pista ciclabile del “sottomura” interno, si raggiungerà l’area verde retrostante, caratterizzata nel XVI secolo da alcuni tra i più incantevoli giardini estensi; oggi il visitatore può immergersi in un sito ricco di fascino e vegetazione, con funzione di orto e parco, un brano di campagna all’interno delle mura rinascimentali della città dove il tempo sembra si sia fermato. Una breve sosta con spuntino presso l’Associazione Nuova Terraviva,  offrirà l’occasione di parlare delle singolari caratteristiche del luogo.

L’Addizione Erculea, con i suoi scorci sempre nuovi e inattesi, sembra avvolta ancora oggi in un’atmosfera ricca di suggestioni, la stessa che il grande regista Michelangelo Antonioni e il celebre scrittore Giorgio Bassani hanno così magistralmente colto nelle loro opere: la si potrà respirare un po’ lungo tutto il percorso fino a Piazza Ariostea, area di grande impatto emotivo nella quale le nobili architetture che la circondano interagiscono con gli ampi spazi alberati, facendone l’emblema di una città a dimensione d’uomo, Ferrara.

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