Lagosanto
22 Settembre 2012
I Cinque Stelle criticano l'ingente spesa di denaro pubblico

Lagosanto, polo e polemiche

di Redazione | 2 min

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Lagosanto. Sono cominciati i lavori per la costruzione del nuovo polo scolastico di Lagosanto, ma non tutti i residenti del Comune sembrano nutrire fiducia nella realizzazione dell’intervento, il cui primo stralcio prevede una spese pari a circa 3.900mila euro.

Da “Lagosanto in movimento” arrivano infatti le prime perplessità: “siamo contenti che si sia finalmente deciso di iniziare quest’opera assolutamente indispensabile per la Comunità. Speriamo che l’amministrazione abbia calcolato molto bene tutte le voci di spesa, l’indebitamento e la possibilità di ripagare il debito, la reale necessità della realizzazione, la difficoltà di realizzazione in classe A – infatti sarà in classe C – la reale impossibilità di ristrutturare l’esistente”.

La provocazione continua, traslando i dubbi in certezza: “ci dispiace solo che, nello svuotamento della democrazia in atto anche a livello comunale, si sia preferito tacere su qualsiasi dubbio sollevato da liberi – si fa per dire – cittadini, volutamente ignorando che, per la costruzione di tal opera, si dovranno necessariamente utilizzare soldi pubblici”. Nell’ipotesi che in futuro si dovessero verificare problemi economici anche gravi, il movimento promette un sonoro “ve l’avevamo detto!”,  anche se “ormai sarà troppo tardi per rimediare all’indebitamento e allo spreco di risorse, e si andrà cominciando una così pia e indispensabile opera, mentre il Comune sarà allo sfascio”.

I grillini laghesi chiudono la comunicazione, pubblicata sul sito ufficiale del gruppo, con una citazione di Mark Twain –  “Se votare cambiasse veramente qualcosa, non ce lo lascerebbero fare” – e una citazione di Charles Bukowski –  “La differenza tra una democrazia e una dittatura è che in una democrazia prima voti e poi prendi ordini; in una dittatura non devi perdere tempo a votare!” -.

La conclusione resta sulla stessa linea di disillusa ironia: “Twain o Bukowski avevano ragione? Non lo sappiamo. Certo è che se ci fosse trasparenza nella politica i cittadini sarebbero più propensi ad interessarsene; proprio per questo motivo i partiti di trasparenza non ne vogliono sapere”.

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