6 Settembre 2012
Il ministro all’inaugurazione. Il restauro costato circa cinque milioni

Santa Lucia pronta per Profumo

di Redazione | 4 min

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Lunedì 10 alle 17 il ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Francesco Profumo inaugurerà in via Ariosto il complesso di Santa Lucia, edificio dalla storia lunga e travagliata. Un convento di piccole dimensioni delle monache agostiniane fu fondato lì nel 1537 e – dopo numerose trasformazioni – chiuso in età napoleonica. Nell’Ottocento i locali furono adibiti a magazzino e deposito, per essere profondamente trasformati nel 1904, quando diventarono un orfanatrofio. Danneggiato dai bombardamenti dell’ultima guerra, dopo i restauri di fine anni Quaranta l’ex convento ospitò una scuola di avviamento professionale e quindi il tecnico per geometri Aleotti fino ai primi anni Novanta, per essere abbandonato definitivamente nel 2002.

Quell’anno la Direzione Orfanatrofi e Conservatori lo cedette all’Università, che nel 2008 iniziò i lavori di restauro, costati nel complesso circa cinque milioni a Ministero (2,5), Regione (1,8) e allo stesso ateneo (800mila euro). In primavera sembrava fatta: 123 posti letto per studenti fuori sede, cucine, lavanderie, sale giochi, musica, e video, auditorium, aule, sale studio, biblioteca ed emeroteca da inaugurare appunto in autunno. Ma il destino era di nuovo in agguato, e le scosse di maggio hanno cambiato ancora una volta la storia di questo luogo.

“In seguito al terremoto – ha ricordato ai giornalisti il direttore amministrativo dell’ateneo Roberto Polastri, mentre fervevano gli ultimissimi ritocchi in vista dell’inaugurazione – gran parte degli uffici dell’Università e tutti quelli dell’Azienda regionale per il diritto agli studi sono diventati inagibili: per questo motivo solo 48 studenti potranno trovare ospitalità qui durante quest’anno accademico, e i primi sono arrivati in settimana”. Nell’ex convento sono infatti stati trasferiti gli uffici del rettore, del prorettore, dei delegati del rettore, dello stesso direttore amministrativo, l’ufficio legale, quello del personale, la ragioneria, l’ufficio comunicazione e quello di ripartizione dei fondi per la ricerca, che sono andati a occupare il pianterreno e parte del primo piano.

Non sono destinati a rimanere qui pochissimo: se infatti “lunedì speriamo di avere dal ministro certezze sulle risorse a disposizione per il recupero – ha proseguito Polastri –, stimiamo che da quel momento occorreranno almeno due anni per rientrare nelle sedi originarie”. Ammonta infatti, secondo stime, a 17 milioni l’importo dei lavori che dovranno essere eseguiti a Palazzo Renata di Francia e a Palazzo Strozzi per renderli nuovamente agibili, ma anche ai vicinissimi Palazzo Tassoni e Palazzo Gulinelli, sedi di facoltà e dipartimenti di area umanistica: “quella porzione di città – ha affermato Polastri – è praticamente abbandonata”.

E non si tratta nemmeno degli unici posti letto che le residenze universitarie hanno perso in città, visto che “undici-dodici – ha affermato il presidente di Ergo Angelo Di Giansante – sono stati persi all’ultimo piano della residenza di corso Giovecca, completamente inagibile, e al secondo piano”. Dovrebbero invece tornare disponibili già in ottobre alcuni posti in via Guido d’Arezzo e in via Mortara, agibili ma minacciai dalla vicina torre campanaria della chiesa di Santa Maria della Consolazione.

“Il recupero di questa importante struttura storica – ha aggiunto il rettore Pasquale Nappi -, particolarmente rilevante e di grande valore per la realizzazione del diritto allo studio, è il frutto della collaborazione del nostro Ateneo con altri soggetti pubblici: l’Agenzia per i Servizi alla Persona del Comune di Ferrara, proprietaria dell’immobile, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, la  Regione Emilia-Romagna e per quanto riguarda la gestione, l’Azienda Regionale per il Diritto agli Studi Superiori. Desidero sottolineare come grazie all’impegno di ER.GO, il complesso, pur ospitando temporaneamente il Rettorato e alcuni Uffici Amministrativi, conserva parzialmente la sua vocazione originaria di studentato. Tutto questo rappresenta un’importante dimostrazione di come, in un momento di estrema difficoltà causato dagli eventi sismici dello scorso maggio, siamo riusciti a dare una risposta efficace, concreta e rapida alla situazione di emergenza che si era creata e che è stata superata grazie alla collaborazione di tutti. Il recupero del complesso di Santa Lucia rappresenta un ulteriore passo nella caratterizzazione di Ferrara come città universitaria”.

“La nuova residenza Santa Lucia – ha commentato in una nota l’assessore regionale all’Università Patrizio Bianchi – è un nuovo e importante tassello delle politiche regionali di ampliamento e di sviluppo dell’offerta abitativa per studenti universitari, e quindi delle politiche di accoglienza e di attrazione della nostra regione. L’apertura di questa struttura, nel cuore del centro storico connota sempre più Ferrara come città universitaria internazionale.Si tratta di un importante fattore di crescita e di sviluppo del nostro territorio, e quindi in una prospettiva di medio e lungo termine di misure anticrisi. Il sistema regionale di interventi per il diritto allo Studio gestiti da Ergo è decisivo per l’internazionalizzazione e per lo sviluppo del sistema universitario regionale, ma anche fondamentale per lo sviluppo del territorio”.

Intanto, i fortunati riusciti a entrare in un luogo tanto antico e protagonista di tanti momenti della storia ferrarese potranno contare su camere doppie e singole ben arredate con mobili quasi nuovi recuperati (in epoca di spending review) dall’Ergo modenese. Canone: 190 euro a testa per una doppia, 215 per una singola.

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