
immagine d’archivio
Nessuno dei 19 cavalli provenienti dall’ippodromo di Ferrara finirà al macello: la notizia arriva dall’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni, il quale spiega alcune particolarità del bando predisposto per la chiusura del centro ippico di Ferrara.
Innanzitutto – precisa l’assessore – il bando è rivolto solo ad allevatori professionali, e sono quindi esclusi dal parteciparvi imprenditori impegnati in altri settori professionali come appunto quello della macellazione. Prevede dunque che gli animali – 14 cavalli e due asini – vengano trasferiti presso allevamenti in attività, dove potranno continuare a vivere come stalloni riproduttori. In secondo luogo acquistarli per la macellazione sarebbe controproducente da un punto di vista economico: il loro valore infatti è di molto superiore al ricavato che si potrebbe ottenere dalla loro carne venduta per fini alimentari.
La polemica era stata sollevata a Ferrara dall’Enpa, associazione animalista preoccupata per la sorte degli equini dopo la chiusura del centro ippico. I suoi rappresentanti avevano individuato, nel bando predisposto, la “condanna a morte” degli animali – questi i termini con cui si erano espressi sulla vicenda, suscitando da più parti appelli e interventi, non ultimo quello dell’assessore regionale Gabriella Meo -.
Secondo Rabboni il caso sarebbe montato da una interpretazione scorretta del bando, e sottolinea come la classificazione Dpa – ovvero “destinati alla produzione di alimenti” –, serviva solamente a informare i potenziali acquirenti sul fatto che gli animali non avessero mai subito un trattamento farmacologico. La sigla dunque sarebbe stata usata convenzionalmente, per far intendere la loro buona salute. La conversione da Dpa ad “animali da affezione” era stata richiesta dal consigliere Meo.
Nonostante la comunicazione chiarificatrice di Rabboni, la questione resta pressante per le varie realtà animaliste locali e non. L’Enpa annuncia di volersi proporre – se riuscirà – come acquirente, magari collaborando assieme ad altre realtà del terzo settore. L’Avedev aveva già proposto alla Regione di cedere gratuitamente i cavalli alle associazioni.
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