Due diciassettenni scomparsi, avviate le ricerche
Chemkhi Yakoub e Zitouni Ali sono scomparsi il 2 dicembre scorso. Chiunque li noti è pregato di contattare le forze dell'ordine
Chemkhi Yakoub e Zitouni Ali sono scomparsi il 2 dicembre scorso. Chiunque li noti è pregato di contattare le forze dell'ordine
Un giro di anabolizzanti tocca anche Ferrara con perquisizioni dei carabinieri del Nas e del Nucleo antisofisticazione e sanità in diverse palestre della provincia
È stato identificato e sottoposto alla misura dell'accompagnamento in stato di flagranza, per i reati di tentata rapina in concorso e porto di armi atti a offendere, il 14enne di origini nordafricane che, verso le 19 di sabato (29 novembre) scorso, assieme ad altri due complici, ancora ignoti, ha minacciato e spintonato due studenti coetanei
3 dicembre 1860-3 dicembre 2025. Come da tradizione anche per i suoi 165 anni il Liceo Ariosto ha celebrato il suo compleanno attraverso le testimonianze e le voci degli studenti di ieri e di oggi
Nel pomeriggio dello scorso 3 dicembre, i carabinieri della Stazione di Terre del Reno hanno arrestato un 38enne destinatario di un ordine di carcerazione emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura di Ferrara per maltrattamenti in famiglia
C’è chi viene sospeso immediatamente dalle forze dell’ordine per uno sbaglio non “fatale” e chi invece, pur non ammettendo le proprie responsabilità, rimane in servizio nonostante una sentenza della Cassazione per omicidio colposo. È il parallelismo che fa Lino Aldrovandi, il padre di Federico, paragonando il recente caso di doping che ha visto protagonista l’atleta azzurro Alex Schwazer, campione olimpico di marcia a Pechino, con quello del figlio, morto per colpa di quattro poliziotti il 25 settembre 2005.
“Schwazer cacciato (in realtà sospeso a tempo indeterminato, ndr) dall’Arma – scrive Lino Aldrovandi su Facebook -. Certo ha sbagliato, senza se e senza ma, ma non ha ucciso nessuno”. E, in riferimento ai quattro agenti condannati a 3 anni e mezzo per l’omicidio colposo di Federico, “chi con una divisa invece, ora pregiudicato, in cooperazione ha ucciso e si è comportato da ‘scheggia impazzita in preda a delirio’ (parole queste pronunciate dal pg davanti alla Corte di Cassazione in sede di requisitoria, ndr), ha bastonato, ha soffocato, ha ucciso, ha detto il falso, ha depistato, ha omesso, ha disonorato quella divisa compiendo di fatto un alto tradimento, nonché ha oltraggiato e offeso dopo una sentenza definitiva la madre della vittima? Continua a lavorare come se nulla fosse, impunito come troppi tanti individui in divisa di altri morti rimaste senza un colpevole…”.
“Quella divisa avrebbe bisogno di un buon lavaggio”, riflette Lino Aldrovandi, che conclude sperando in un provvedimento disciplinare da parte del ministero: “Sono paziente, e questo a volte è un difetto che mi ha trasmesso mio padre, rallento, respiro e ascolto il mio cuore per accarezzare le tante vittime innocenti di questo nostro assurdo mondo”.
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