di Ruggero Veronese
Mentre a Londra gli atleti italiani sono impegnati nelle gare più importanti della propria carriera, anche Ferrara ha respirato un po’ della stessa atmosfera quando ha visto il pluricampione olimpionico Vincenzo Maenza (4 edizioni con due ori (Los Angeles e Seoul) e un argento nella lotta greco-romana, tra l’84 e il ’92) presentarsi in città per un pranzo insieme a vari amici ed ex sportivi.
E’ stata un’occasione per parlare di vecchie imprese ma anche della situazione attuale dello sport italiano, delle olimpiadi in corso e delle iniziative benefiche portate avanti dalla nazionale di calcio degli atleti olimpionici, che saranno a Ferrara a settembre con un’importante raccolta fondi per i terremotati. Con lui anche l’ex pugile Daniele Zappaterra, campione italiano e olimpionico a Montreal nel 76 e ora in veste di padrone di casa e ristoratore.
Maenza parla con orgoglio della squadra olimpionica, fondata nel 2002 insieme ad altri colleghi: “La cosa di cui andiamo più fieri è che dal 2002 abbiamo avuto un grandissimo sviluppo. Abbiamo grandi sportivi che ci danno la loro disponibilità, ci siamo fatti conoscere attraverso i fatti e adesso si fidano di noi perché sanno che siamo sempre in campo a scopo benefico, e per davvero”. Tra i nomi più illustri della rosa troviamo personaggi come Igor Cassina e Aldo Montano, Andrea Benelli e Pietro Mennea, ma l’entusiasmo di Maenza si interrompe nel parlare della situazione dello sport in Italia, e delle prospettive che vede per il futuro.
“Io sono romagnolo e dico sempre pane al pane e vino al vino. Questo purtroppo alla federazione non è mai piaciuto, perché certe cose sono scomode da dire. Il Coni si attacca a tutte le medaglie, l’hanno fatto con me come lo fanno adesso. Ma quando noi degli sport minori finiamo la carriera, magari dopo vent’anni di sacrifici, non ci viene riconosciuto nulla, neanche un minimo di contributi per la pensione”. Eppure per l’ex olimpionico il Coni è ricco di persone eccezionali, ma “il problema è nei vertici”, dove “le nomine sono solamente politiche e c’è pochissima competenza nelle materie sportive”. “Guarda gli sport minori – aggiunge l’atleta -: in questi due anni con la crisi sono stati tagliati quasi il 40% dei finanziamenti, ma il problema è che vanno ad intaccare soprattutto il settore giovanile. Che prospettive possiamo avere per il futuro? Tutto questo quando in altri settori gli sprechi sono infiniti. In realtà di fondi sufficienti ce ne sarebbero”.
Nel frattempo però, almeno per queste settimane, ci si gode lo spettacolo delle olimpiadi. E se Zappaterra, da buon pugile, vede come probabili un podio per Russo e l’oro per Cammarelle, Maenza parla in maniera più generale pronosticando come bottino di una ventina di medaglie per l’Italia, con gli sport meno conosciuti a farla da padrone e qualche rivelazione in rampa di lancio che compenserà le delusioni del nuoto azzurro.
E mentre nella tavolata di ex lottatori ci si racconta aneddoti e storie di vecchi incontri, Maenza continua a programmare l’evento di settembre, qua a Ferrara. Gli accordi fino ad ora, racconta, sono quelli di partecipare ad una serata benefica con il gruppo “Amici” di Mediaset, ma la nazionale è pronta a scendere in campo per una partita amichevole e lancia la sfida anche alla nuova Spal, a cui potrebbe far piacere ritrovare un po’ di brillantezza in attesa della rinascita. Sperando di non incrociare Maenza in mezzo alla difesa.
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