Cronaca
17 Luglio 2012
Petizione della madre di Federico Aldrovandi per il reato di tortura

Una legge che “spazzi via l’impunità di Stato”

di Marco Zavagli | 2 min

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Una proposta di legge che “spazzi via l’impunità di stato in Italia” e che verrà consegnata direttamente nelle mani del ministro dell’Interno. È la petizione che lancia Patrizia Moretti nel giorno in cui suo figlio, Federico Aldrovandi, avrebbe compiuto 25 anni.

Sul sito www.avaaz.org/it/italy_against_torture_patrizia/?gi l’appello, che ha superato in meno di un giorno le 70mila firme e punta a quota centomila, è rivolto in calce al ministro dell’Interno Cancellieri, al ministro della Giustizia Severino e a tutti i parlamentari.

“Vi chiediamo di adottare immediatamente una legge forte contro la tortura – si legge nel testo – che garantisca che gli agenti delle forze dell’ordine che commettono reati gravi non siano più al di sopra della legge e non possano più restare in servizio. Tutti gli agenti impegnati in operazioni di ordine pubblico dovrebbero essere identificabili. E’ ora di rispettare la Convenzione Onu contro la tortura e di mettere fine all’impunità di stato, restituendo giustizia alle vittime di tortura e di altri crimini odiosi”.

Crimini odiosi come quello che ha tolto la vita a Federico. E per il quale i responsabili, pur condannati in Cassazione “non andranno in carcere e sono ancora in servizio”. “C’è un solo modo – scrive Moretti – per evitare ad altre madri quello che ho dovuto soffrire io: adottare in Italia una legge contro la tortura”.

Questo perché “la morte di Federico non è un’eccezione: diversi abusi e omicidi commessi dalle forze dell’ordine rimangono impuniti”. Moretti fa sapere che “già alcuni parlamentari si sono uniti all’appello e hanno chiesto di adottare subito una legge contro la tortura”.

Ora servono altre 60mila firme per “superare le vergognose resistenze ai vertici delle forze dell’ordine e battere gli oppositori che faranno di tutto per affossare la proposta”.

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