Ormoni della crescita, steroidi, Epo, trasfusioni di sangue, detenzione e traffico di partite illecite: sarebbero questi gli elementi al centro del “sistema organizzato di doping” gestito – stando all’inchiesta aperta dalla procura di Padova – dal medico ferrarese Michele Ferrari. Il medico sportivo, impegnato oltreoceano nel team del ciclista Lance Armstrong, è stato per questo motivo interdetto a vita dalla propria professione dall’Usada.

L’agenzia antidoping degli Stati Uniti ha infatti tenuto conto dei dati risultanti dall’inchiesta italiana, nella quale Ferrari è indagato, per decidere la radiazione. Assieme a lui sospesi anche i due collaboratori: l’allenatore “Pepe” Marti e il medico Luis Garcia del Moral. Per Armstrong invece ancora non ci sono provvedimenti: il pluricampione del ciclismo mondiale è in attesa di processo.

Il “sistema di doping”, attorno al quale continuano le indagini, sarebbe stato attuato già a partire dal 1998, e avrebbe quindi influenzato le tante vittorie riportate della squadra Us Postal al Tour de France.

Travis Tygar, responsabile Usada, spiega alla stampa americana la decisione di radiare Ferrari e i suoi collaboratori: “vietare loro la partecipazione allo sport è un forte gesto che preserva l’integrità delle competizioni”. Per il medico italiano, cresciuto professionalmente a Ferrara nella scuola guidata da Francesco Conconi, si interrompe così la brillante carriera che l’aveva portato ad affermarsi come uno dei più noti preparatori sportivi a livello internazionale.