Lo Stato spende e spande ma viene toccato dalla spending review in misura di gran lunga più ridotta rispetto agli enti locali virtuosi che negli ultimi tre anni hanno ridotto spesa pubblica e debito. Dov’è sta allora la ratio allora di questo Davide contro Golia che vede comuni e province costretti senza discrimine a reinventarsi le finanze locali, mentre il gigante statale non soffre in misura proporzionale gli stessi sacrifici?
È la critica, fatta di grafici, numeri e tabella, che l’assessore al Bilancio del Comune di Ferrara Luigi Marattin ha abbozzato negli ultimi giorni e che presenterà pubblicamente a giorni nella sua forma definitiva.
Il ‘teorema Marattin’ si traduce in una semplice equazione che mette in comparazione i valori numeri relativi a spesa e debito sostenuti negli ultimi tre anni da amministrazione centrale e municipio estense.
Ma partiamo dalle cifre. Il decreto sulla “spending review” (DL 95 del 6 luglio) contiene una riduzione di spesa pubblica pari a 11,2 miliardi di euro nel 2014. La suddivisione tripartita prevede un risparmio di 3,78 miliardi nel 2012, 10,55 miliardi nel 2013 e 11,20 nel 2014.
Per le amministrazioni locali il taglio è di 7,5 miliardi (di cui 5,5 a comuni – l’ammontare presunto della ripartizione del taglio sul comune di Ferrara è di un 1,8 milioni quest’anno è 7,3 il prossimo – province, e 2 miliardi alle Regioni). Le amministrazioni centrali si vedranno decurtati invece 3,7 miliardi (di cui 1,5 miliardi ai ministeri, e 2,2 ad altri enti).
Fermi tutti, sembra voler dire Marattin: “Siamo sicuri che comuni e province siano stati ultimamente così indisciplinati da meritare che su di loro si abbatta quasi la metà del taglio complessivo?”. Tabelle e numeri alla mano, confrontando da una parte l’Allegato 2 del Documento di Economia e Finanza dell’aprile 2012), contenente “analisi e tendenze della finanza pubblica” e dall’altra parte i rendiconti consuntivi dal 2009 al 2011, e il bilancio di previsione del 2012 del Comune di Ferrara, l’assessore al Bilancio bacchetta a distanza Via XX Settembre.
“Prendiamo il Comune di Ferrara e l’amministrazione centrale dello Stato e vediamo come si sono evolute dal 2009 al 2012 le spese correnti e il debito pubblico, e consideriamo, per il settore statale, la spesa corrente al netto dei trasferimenti alle altre amministrazioni pubbliche (enti locali e previdenziali/assistenziali), possiamo verificare gli sforzi che ciascun livello di governo compie per ridurre il proprio livello di spesa”.
Questo perché “quando lo Stato taglia i trasferimenti non riduce le proprie spese, bensì quelle degli enti che ricevono il taglio”. Per lo stesso motivo, Marattin prende in considerazione per il confronto le spese correnti al netto dei contributi in relazione all’entrata (risorse trasferite da altri enti e vincolate a specifica destinazione, su cui quindi non vi è discrezionalità dell’ente) per il Comune di Ferrara e i dati di consuntivo per gli anni dal 2009 al 2011. Per il 2012 sarà sufficiente il dato di previsione.
L’assessore ha incrociato i dati e prodotto due grafici. Il primo concerne la spesa pubblica corrente. Nella tabella 1 la spesa per lo Stato (linea verde) è considerata in miliardi di euro. Quella del Comune di Ferrara (linea rossa) in milioni di euro.
TABELLA 1

Secondo i dati forniti da Marattin, dal 2009 al 2012 la spesa corrente dello Stato cresce del 3,16%. Nello stesso periodo, la spesa corrente del Comune di Ferrara diminuisce del 9,40%.
Si passa ora al debito pubblico. Nella tabella 2 per lo Stato (linea blu) si utilizza la scala di destra, per il Comune (linea rosa) la scala di sinistra. Entrambe sono in milioni di euro.
TABELLA 2

Dal 2009 al 2011 lo stock di debito pubblico dell’amministrazione statale cresce del 8,72%. Dal 2009 al 2012 il debito del Comune di Ferrara diminuisce del 23,40%.
“Sarebbe ingiusto – commenta il docente di economia – presumere che lo sforzo di risanamento della finanza pubblica compiuto dal Comune di Ferrara sia necessariamente rappresentativo dell’intero comparto dell’amministrazione locale. Tuttavia, ad oggi, in mancanza di un vero e condiviso meccanismo di ripartizione del taglio che penalizzi gli enti “spreconi”, il Comune di Ferrara dovrà sopportare quest’anno e l’anno prossimo tagli per ulteriori svariati milioni di euro”.
Di qui l’atroce domanda: “Perché il pur necessario percorso di riduzione della spesa pubblica non penalizza chi (lo Stato) in questi tre anni ha fatto crescere spesa e debito e non lascia finalmente un po’ in pace chi (il Comune di Ferrara) ha già fatto la propria parte per il Paese?”.
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