Comacchio in Area? No, grazie. Nonostante il presidente Loris Gadda l’avesse annunciato trionfante come cosa ormai assodata all’assemblea dei soci, il comune di Comacchio non entrerà come socio in Area. Lo afferma senza tema di smentite il sindaco Marco Fabbri: “non ho mai detto che avevamo intenzione di entrare, né che ci fosse un qualche interesse da parte dell’amministrazione”. Di vero c’è che “un incontro c’è stato su richiesta del presidente, dal momento che Comacchio è praticamente l’unico Comune che non partecipa nella società”, ma nulla più. “Al momento – prosegue Fabbri – stiamo prendendo visione dei dati e del costo effettivo del servizio che Area svolge per il capitolo rifiuti”. L’appalto scadrà nel 2015 e dopo “andremo a gara o entreremo nel consorzio Terra Acqua Ambiente”. E allora quella di Gadda è stata solo una boutade? “Non lo so, forse aveva bisogno di tranquillizzare i suoi soci, bisognerebbe chiederlo a loro”.
Detto fatto. Il primo a rispondere all’“appello” è Eric Zaghini, uno dei tre sindaci a votare contro il bilancio. “Non mi sembra la prima volta che Gadda viene smentito”, suggerisce sibillino il sindaco di Berra, ricordando “il caso dei rifiuti di Napoli”. Ma Zaghini, più che smentite, sarebbe interessato “ad avere risposte chiare alle questioni che ho sollevato durante l’assemblea”. Vale a dire quella voce di bilancio relativa ai costi del personale, capitalizzati per un milione di euro (somma che verrà ammortizzata in 5 anni).
Nella relazione di bilancio, infatti, si legge che “i costi sostenuti nel corso dell’esercizio relativo all’avvio del sistema porta a porta riguardano, per quanto concerne le spese per il personale 1 milione e 57 mila euro. Il rapporto causa-effetto tra i costi in questione e il beneficio (futura utilità) che dagli stessi l’impresa si attende è evidenziato nello sviluppo del piano industriale 2011-2015 il cui ultimo aggiornamento è stato approvato dall’assemblea dei soci del 2010”.
“Ma gli stipendi non sono costi una tantum, non costituiscono una utilità futura” sbotta Zaghini, che rimarca come “si tratta di una voce, quella della capitalizzazione dei costi per ampliamento e sviluppo, che va valutata con grande prudenza; e così secondo me non è stato”. In questo modo però il bilancio risulta con un segno “più”.
Il risultato del 2011 è infatti attivo di un milione e mezzo di euro, contro i 3 milioni e 200mila del consuntivo precedente, per un utile di esercizio di 657mila euro, contro i 2 milioni e mezzo di perdita di dodici mesi prima. “Senza quella voce non ci sarebbe stato utile”, è la lettura del sindaco di Berra, che insiste: “dal punto di vista della trasparenza non credo che sia un’operazione condivisibile, nemmeno dal Pd, partito di riferimento mio e dei sindaci di maggioranza (leggi Nicola Rossi, ndr)”.
Le perplessità del primo cittadino berrese sono da ricondurre alla “dimensione della somma capitalizzata: nemmeno in assemblea mi sono stati spiegati i motivi, se non un vago accenno allo sviluppo del porta a porta. Non contesto la veridicità del bilancio, sia chiaro, ma la prudenza che doveva accompagnare la sua redazione”.