Di visita in visita, di assegno in assegno, era riuscito a farsi premiare per la sua compagnia con una somma di circa 285mila euro. Tanti sono stati i soldi che, a forza di prelievi, una anziana avrebbe versato nelle casse dell’uomo che, secondo il tribunale di Ferrara, avrebbe approfittato della sua ingenuità.
Lei, anziana di 86 anni, è da qualche anno assistita da un tutore che l’aiuta nelle disposizioni patrimoniali. Proprio l’amministratore di sostegno si accorse, una volta nominato, di strani e cospicui versamenti in favore di un uomo che all’epoca degli assegni contestati, nel 2009, frequentava in modo assiduo la casa della donna, che all’epoca viveva con la sorella, poi deceduta.
L’amministratore scoprì che l’“amico”, oggi imputato, Sergio Borea, aveva ricevuto nel giro di breve tempo assegni dell’importo di 40, 50, 100 mila euro per volta. Fino alla cifra di 285mila euro.
La famiglia denunciò l’uomo, accusandolo di circonvenzione di incapace. L’anziana infatti si vide sparire in pochi mesi i risparmi di una vita.
L’imputato, difeso dall’avvocato Roberto Gilli, ha sostenuto, rispondendo alle domande del pm onorario Renzo Simionati, che quei soldi gli erano in parte dovuti come acconto di 40mila euro sull’acquisto del suo appartamento da parte delle due anziane. Il rimanente, attraverso un non ben chiarito scambio di “cortesie”, sarebbe stato consegnato alle proprietarie che l’avrebbero devoluto in beneficienza. Ecco perché non risulterebbe l’incasso nel conto corrente della parte offesa, che si è costituita parte civile attraverso gli avvocati Anna Domanico e Gian Antonio Guaraldi.
La ricostruzione dell’imputato è stata però contraddetta nel corso del dibattimento dai famigliari della vittima.
Al termine della discussione il giudice Alessandro Rizzieri ha condannato l’uomo a 3 anni e 3 mesi di reclusione e al pagamento di una multa di 900 euro, più 285mila di provvisionale per la parte civile.
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