
Roberto Giacobbo e Flavia Marimpietri
Roberto Giacobbo si è impegnato a Ferrara ad “adottare” un monumento danneggiato dal sisma, da monitorare assieme ai giovani partecipanti del programma “Ragazzi c’è Voyager” – che conduce su Rai Due- su l’avanzamento della ricostruzione. Il noto volto televisivo, docente per l’ateneo ferrarese di “Teoria e tecnica dei nuovi media”, è ospite del capoluogo estense per la tre giorni di Antiquitas, approfondimento divulgativo sui temi dell’antichità e della valorizzazione del patrimonio storico. Conferenze, laboratori, proiezioni: tante iniziative che inevitabilmente, trattando di memoria e documentazione della memoria, si confrontano con l’attualità del terremoto.
Giacobbo, protagonista ieri in piazzetta Municipale di un affascinante viaggio alla ricerca delle origini dell’uomo, ha voluto distrarre per una sera l’attenzione della città dalla difficile situazione che sta vivendo, portandola a spasso verso continenti ed epoche lontane, verso misteri e interrogativi mai ricomposti. Ad ascoltarlo una piazza gremita: tante le persone che – esauriti i posti a sedere – hanno seguito l’evento sedute per terra o sui sellini delle proprie biciclette. La presentazione del libro “Da dove veniamo?” ha costituito un piacevole momento di distrazione collettiva, cui però ha fatto da contrappunto la richiesta di concentrazione implicita al discorso introduttivo pronunciato da Livio Zerbini, titolare del corso di Storia antica e romana per l’università di Ferrara. “Spesso ho sentito dire che a crollare sono stati solo dei beni minori – ha spiegato Zerbini -, ma per tanti paesi quei beni minori rappresentavano il simbolo più antico, attorno al quale si era cristallizzata non solo la storia ma l’identità collettiva. Il loro valore è straordinario. I latini avrebbero detto che essi custodiscono il genius loci, l’anima del luogo”.
L’appello da parte dell’archeologo è stato duplice: ricostruire ciò che è stato distrutto o gravemente alterato e mantenere alto il livello di attenzione sulla situazione particolare del recupero dei beni artistici e architettonici, e sulla situazione generale delle popolazioni più colpite. “Passeranno i giorni e i giornali dedicheranno sempre meno pagine a quanto accaduto, si arriverà al trafiletto e poi al nulla. La gente emiliana rischia di restare sola perché il nostro Paese talvolta ha la memoria corta” ha avvisato Zerbini, sottolineando l’importanza di documentare quanto è accaduto e continua accadere, in provincia come in regione. Da qui la proposta di Giacobbo: filmare assieme ai ragazzi l’avanzamento dei lavori di ripristino di un monumento danneggiato, non spegnere le telecamere.
Un piccolo reportage è già stato effettuato: ieri pomeriggio è stata proiettata in Sala Estense una serie di fotografie rappresentanti gli edifici storici prima e dopo le scosse più violente, realizzata da Zerbini e i suoi studenti all’interno degli spazi preclusi alle attività. L’operazione è stata possibile grazie al supporto delle forze dell’ordine, che hanno accompagnato la squadra all’interno della cosiddetta zona rossa.
Sull’argomento è intervenuta la moderatrice dell’evento, l’inviata Rai Flavia Marimpietri: “da giornalista sono abituata a raccontare il dolore ma di questa città mi ha colpito la voglia di ripartire, di andare avanti e di raccontare. Raccogliere i frammenti del patrimonio architettonico significa raccogliere la propria identità”.
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