Occhiobello
6 Maggio 2012
Settimo incontro di Parole d’autore con ‘Non tutti i bastardi sono di Vienna’

Andrea Molesini, una storia tra i vinti e i vincitori

di Redazione | 3 min

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S. Maria Maddalena. Andrea Molesini presenta il suo Non tutti i bastardi sono di Vienna al settimo incontro di Parole d’autore, organizzato dal Comune in collaborazione con Cuore di carta.

Con questo libro lo scrittore veneziano ha vinto il super Campiello 2011. Iniziando l’intervista ci tiene a sottolineare che la sua casa editrice, la Sellerio di Palermo, ha conquiastato il prestigioso premio dopo trent’anni, l’ultimo era stato Gesualdo Bufalino con La diceria dell’untore. E, infatti, ricorda di aver dedicato, al momento della premiazione, il suo successo alla mitica Elvira fondatrice della casa editrice e da poco scomparsa.

Parte dal titolo per offrire spunti di lettura agli attenti spettatori “ Non tutti i bastardi sono di Vienna è un tipico endecasillabo, il modo che abbiamo noi italiani per esprimerci, anche quando andiamo dal fruttivendolo, è un modo una musicalità innata nella forma, perché la forma delle parole e il loro rapporto sono importanti, fondamentali”. Inizia in questo modo, quasi una lezione di linguistica che rende semplici alcuni passaggi in altro modo complessi. D’altra parte insegna letteratura comparata all’università di Padova.

“ Questo romanzo, che mi è costato anni dei lavoro e la consultazione di quasi duecento libri, non è un romanzo di guerra, o meglio c’è senza dubbio la guerra, la Grande Guerra, nello sfondo, ma è la storia della vita che non si sospende solo perché un po’ più in là ci sono battaglie sanguinose e guerre di trincea”.

Racconta come il nucleo, anzi i nuclei attorno a cui ruotano le vicende, sono da una parte villa Spada, la villa padronale che nel 1917 si trova in territorio austriaco, la destra Piave, dopo Caporetto, dall’altra le figure di tre donne: Nancy, l’anziana padrona studiosa di matematica, Maria, la nipote pragmatica anche se con alcuni principi molto fermi, e Teresa la cuoca intelligente e umile. “ Teresa rappresenta, o meglio è la solidità, la terra a cui siamo legati, il nostro passato ma anche il nostro presente e la speranza per il nostro futuro”.

Non vuole svelare nulla, Molesini degli intrecci del romanzo e rimanda alla lettura del libro e lascia al pubblico le domande. E queste sono veramente tante. Rispondendo a quali sono i rapporti tra vinti e vincitori nella sua storia parla di pietà e anche di pietas “ all’inizio probabilmente c’è pietà degli austriaci, provvisoriamente vincitori, nei confronto degli italiani, poi c’è pietà degli italiani nei confronti degli austriaci, ancora invasori, ma ridotti allo stremo”. Vuole ricordare che quel periodo fu un periodo di stenti e di morti per inedia che mai la storia moderna ha vissuto; questo nel Veneto, ma anche nella stessa Vienna.

Infine, sollecitato, afferma che i due concetti di “razza” e di “nazione” sono stati tra le maggiori cause delle distruzioni successive. Concetti inventati e sottolinea, inventati nell’800.

Mentre, il pubblico è già diligentemente in fila per l’autografo al libro,  chiude la serata dicendo che, certamente ci sono molti richiami letterari, anche storici e filosofici, ma  è anche un libro di avventura, e perché no, anche una storia di spionaggio.

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