Dopo l’incontro pubblico sui Biogas a Ravalle, riecheggia nella mia mente la parola “insalubre” riferita all’impianto di Diamantina. “Che nuoce alla salute” ma che non impedisce l’edificazione di quell’impianto ne sospende solo l’inizio attività fino a parere dell’Ausl. Quali sono i metodi di valutazione che vengono presi in considerazione per rilasciare l’autorizzazione? Non l’ho proprio capito e vista la semplificazione legislativa che favorisce tali attività (come costruire una recinzione di casa) per ottenere gli eco-incentivi entro la fine dell’anno in corso, mi sorge spontanea una domanda: è tutta una pro-forma adottata dalle istituzioni per indorare la pillola ai cittadini? I Comuni hanno le mani legate dal momento in cui non esiste una regolamentazione ma solo l’identificazione dei territori dove “questo non si può fare” decisa dalla Regione ed i cittadini si ritrovano, come nel caso specifico, ad essere circondati da questi impianti perché sorgono in comuni diversi ma sui confini dei medesimi. “Insalubri”. Arpa esige l’autocontrollo degli scarichi, delle emissioni e di quant’altro posa provocare danni all’ambiente ed alla salute. Quali mezzi utilizzeranno gli esercenti per mettere in pratica questi controlli? Centraline? Non credo, costano troppo e ce lo dice la stessa Arpa che “in modo da ottimizzare le informazioni in rapporto ai costi di gestione” chiude due centraline, quella di Via Bellonci e quella di Mizzana. “Insalubre” è una parola che allerta i cittadini, perché lo stesso effetto non è in sintonia coi politici?
Edda Carafolli