Comacchio
10 Aprile 2012
Monsignor Grandini: "Per l'eucarestia occorre distinguere il pane dall'ostia"

“Salta” la comunione perché disabile

di Redazione | 2 min

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Comacchio. Niente comunione perché ritenuto incapace di intendere e volere. Don Piergiorgio Zaghi, parroco di Porto Garibaldi, durante la cerimonia che anticipa la comunione –  ovvero durante il primo “incontro” tra i bambini e il sacramento – ha ritenuto non opportuno far partecipare un bambino disabile, a suo dire non ancora pronto per l’eucarestia.

Il bambino frequenta la quarta elementare e presenta un forte ritardo mentale, e il sacerdote aveva già espresso alcuni dubbi ai suoi genitori in merito alla possibilità di avvicinarlo al sacramento. Su richiesta dei familiari aveva acconsentito a condurre un percorso “su misura”, impegnandosi anche a procurare dei dvd in cartoni animati dedicati a favorire la crescita spirituale dei più piccoli, da utilizzare nei giorni in cui nessuno avrebbe potuto accompagnare il bambino a catechismo.

Il tentativo – come riporta la “Nuova” –  non sembra essere andato a buon fine per don Zaghi, che prima di celebrare la messa dedicata alle prime comunioni ha spiegato ai genitori la sua opinione e la sua decisione: il figlio non potrà ricevere il sacramento perché incapace di intendere e di volere. Ha invitato tuttavia la coppia a partecipare alla funzione religiosa, e probabilmente l’equivoco è nato da questa proposta. I genitori credevano che il figlio sarebbe stato comunque chiamato per l’eucarestia, ma durante la messa – svoltasi giovedì sera – il sacerdote non ha pronunciato il suo nome.

La scelta ha sollevato una grande polemica, non solo tra i frequentatori della parrocchia ma tra tutta la cittadinanza, che immediatamente si è divisa tra sostenitori del parroco e sostenitori della famiglia. Alcune madri hanno anche già inviato al don una lettera per chiedergli di rivedere la decisione presa, e in tanti hanno chiesto informalmente spiegazioni. Il sacerdote ha commentato con rammarico questo tipo di reazioni durante l’omelia del giorno seguente, venerdì santo, giudicando troppo forti le accuse rivolte al suo operato dalla comunità. Egli ha spiegato come non esistano motivi per negare l’eucarestia a chi è incapace di intendere e volente, ciò nonostante avrebbe preferito condurre il bambino in un più proficuo percorso di consapevolezza prima di arrivare al sacramento. In difesa di questa posizione è intervenuto monsignor Antonio Grandini, spiegando come sia necessario saper distinguere il pane dall’ostia per ricevere il sacramento, distinzione che il bambino ancora non saprebbe fare. Non esclude però che per maggio questo gradino si possa raggiungere.

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