Cronaca
2 Aprile 2012
Soddisfatto Gasparini: "E' finita l'era delle rassicurazioni senza riscontri"

Processo Basell-Yara: “I cittadini sono stati ascoltati”

di Mauro Alvoni | 2 min

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Ai boati delle torce ha risposto un boato giudiziario. Il decreto di citazione diretta a giudizio per sei vertici del petrolchimico di Ferrara, di Basell e di Yara, reso noto da estense.com (vai all’articolo), ha scosso il polo della chimica ferrarese. I sei manager delle multinazionali insediate in città dovranno difendersi in tribunale (il 6 luglio) dalle accuse di reati ambientali (emissioni non autorizzate in atmosfera ed emissioni pericolose), secondo le risultanze delle indagini della procura estense iniziate già nel lontano 2007.

I legali della difesa al momento non si vogliono sbilanciare. “Il decreto è stato notificato sabato mattina – spiega l’avvocato Caniato, legale di Yara – e devo ancora incontrare e consultare i miei clienti prima di poter assumere qualsiasi posizione o iniziativa”. Incontro che avverrà probabilmente tra oggi e domani. Sulla vicenda si registra invece la soddisfazione delle persone offese e in particolare del medico igienista Luigi Gasparini che in città è stato protagonsita di diverse battaglie, fra le quali figura anche quella sulle torce del petrolchimico (le altri parti offese sono il ministero dell’Ambiente, Medicina democratica, Legambiente e la ferrarese Edda Carofolli).

“Avevo iniziato nell’aprile 2007  quella che definisco una lotta per la trasparenza – spiega Gasparini – che da parte mia consiste nell’aver sempre chiesto, senza mai ottenere risposta, cosa venisse bruciato nelle torce e cosa venisse emesso in atmosfera. Le uniche risposte sono state quelle della ditta, rispetto alle quali ho sostenuto che non potessero essere preso per oro colato. Ci vogliono allo scopo gli enti di controllo, i quali a loro volta non possono accontantarsi delle risposte fornite dalle aziende. E’ finita l’era delle rassicurazioni senza riscontri oggettivi”.

Il medico igienista, ben noto nel mondo ambientalista, si era assunto il compito di fotografare ogni giorno le torce di Yara per circa tre mesi. “Tutti i giorni bruciavano – riferisce – e la documentazione così raccolta è stata inviata al Ministero dell’Ambiente nell’ambito delle osservazioni per il rilascio dell’Aia a Yara, con esposti alla procura affinché approfondisse l’argomento. Come cittadini abbiamo avuto la soddisfazione di vedere prese in considerazione le nostre istanze”.

Sulla scorta delle analisi effettuate in Puglia dall’Arpa sulle torce Yara, il timore di Gasparini era che anche qui a Ferrara potessero esservi emissioni di idrocarburi policiclici aromatici, in particolare benzotene, “sostanze cancerogene e sicuramente pericolose per la salute umana”.

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