Tutti assolti gli imprenditori di Appaltopoli. Condannato invece il dirigente del Comune di Ferrara Enrico Pocaterra. Per lui otto mesi e 600 euro di multa. È il giorno del giudizio per il maxi processo sulla presunta spartizione a tavolino dei 28 appalti del famoso “deliberone” del 25 luglio 2005, quello che riuniva diversi lavori da svolgere nelle varie circoscrizioni della città.
La pm Patrizia Castaldini – forte dei tre anni di indagini raccolti nelle 17mila pagine di fascicolo – aveva chiesto in sede di requisitoria due anni e mezzo per abuso d’ufficio per Pocaterra, all’epoca dei fatti responsabile dell’Ufficio Infrastrutture del Comune di Ferrara, oggi mobility manager e dirigente del servizio Mobilità e traffico, e due anni per gli imprenditori imputati di turbativa d’asta. I nomi erano quelli di Sergio Ambrosone di Tubi Costruzioni; Francesco e Riccardo Roccati di Robur Asfalti; Luigi Bertoncelli; Giancarla Lavezzi ed Ernesto Valentini di Eredi Fantoni; Umberto Baraldi di EuroTech; Nicola Lincetto di Ics Conglomerati; Enrico Petelio di Sintexcal; Stefano Ferrari di Ferrari Strade; Paolo Moretti della Moretti.
Secondo l’accusa, che aveva come testimone numero uno Maria Amoruso, ingegnere del Comune cui nel venne affidato l’incarico di curare i progetti circoscrizionali, la spartizione sarebbe emersa nero su bianco da un diagramma (mostrato in aula), nel quale erano segnati con uno “zero” gli imprenditori invitati alle gare e con un “uno” quelli che avrebbero dovuto vincere”.
Un sistema “identificabile attraverso i minimi ribassi d’asta che si ottenevano – aveva spiegato ai giudici l’Amoruso -, dal momento che gli imprenditori non partecipavano a vere gare con tanto di concorrenza”. E questo avrebbe rappresentato un danno per l’amministrazione, dal momento che “i ribassi d’asta servivano per finanziare o altri lavori nell’ambito dello stesso progetto, o lavori diversi rimasti fuori dal bando”.
E invece niente di tutto questo per i giudici (presidente Marini, a latere Giorgi e Attinà, che hanno assolto gli 11 imprenditori “perché mancano le prove che il fatto sussista”, confortando così – almeno in parte – le tesi difensive in base alle quali l’assegnazione dei lavori era avvenuta nel rispetto della legge e i ribassi contestati non presentavano carattere di straordinarietà.
Pocaterra invece (all’epoca dei fatti responsabile dell’Ufficio Infrastrutture del Comune di Ferrara, oggi mobility manager e dirigente del servizio Mobilità e traffico) è stato riconosciuto responsabile per abuso d’ufficio relativamente al capo C, ma limitatamente alla gara relativa a Codrea (asfaltatura di via Pignare, del valore di 32mila euro). Per lui anche il pagamento delle spese processuali e l’interdizione per un anno dai pubblici uffici. La pena è sospesa in considerazione delle attenuanti generiche.
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