Argenta. Proprio durante gli ultimi minuti della stagione venatoria, ad Argenta, in una zona dove insistono dei bacini artificiali (nei quali viene riprodotto l’ambiente palustre per la caccia alla selvaggina migratoria), un ispettore capo della Polizia provinciale insieme con una guardia volontaria della Federcaccia, si sono appostati per verificare la correttezza dell’attività venatoria.
Verso le 17 di lunedì scorso, i due hanno visto uno stormo di otto oche selvatiche (Anser anser) dirigersi verso i bacini per riposare e nutrirsi, ma quando si sono avvicinate alla zona umida un cacciatore ha esploso diverse fucilate verso le oche abbattendone una. Acclarato il reato si sono avvicinati al bacino per controllare la doppietta che stava raccogliendo l’oca abbattuta e caduta poco lontano dalla sua posizione, per poi metterla in una sacca di tela e allontanarsi, tenendo il fodero del fucile a tracolla.
L’ispettore e la guardia volontaria sono usciti dal canneto e hanno chiesto al seguace di Diana di fermarsi per un controllo, ma questi ha iniziato una breve fuga che si è conclusa dopo aver percorso una cinquantina di metri, anche per l’intimazione dell’alt da parte della Polizia provinciale. Durante la breve fuga il cacciatore ha abbandonato la sacca contenente il capo di oca abbattuta, che è stata però immediatamente recuperata dall’ispettore.
Il cacciatore è stato denunciato all’autorità giudiziaria e gli sono stati sequestrati il fucile e l’oca selvatica. Per questo reato la legge prevede un’ammenda fino a 1.550 euro.
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