Cronaca
13 Gennaio 2012
In Corte d’assise il mosaico dell’ultima notte del 39enne ferrarese

Due le fratture nel cranio di Zambelli

di Marco Zavagli | 4 min

Leggi anche

Gaza. Uno straccio bianco per Landini

A Copparo, nella suggestiva cornice del Teatro De Micheli, la tappa della campagna referendaria promossa dalla Cgil si è aperta con un gesto semplice ma potente. Marco Zavagli, direttore di Estense.com, ha consegnato a Maurizio Landini uno straccetto di stoffa bianco: un segno di ribellione e solidarietà per le migliaia di bambini palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza

Scontro tra moto e trattore, 23enne gravissimo

Stava percorrendo via Ferrara in sella alla propria moto Bmw, procedendo in direzione del centro abitato di San Vito di Ostellato, quando si è schiantato frontalmente contro un trattore Fiat che proveniva dal senso opposto di marcia, rimanendo ferito in maniera molto grave

Usa le chiavi di casa di due anziani per derubarli. Sceglie l’abbreviato

Sarà processata con rito abbreviato la 59enne di nazionalità italiana che - secondo la ricostruzione della Procura di Ferrara - avrebbe approfittato del duplicato delle chiavi di casa che le erano state fornite per aiutare una coppia di anziani coniugi 90enni nelle faccende domestiche, intrufolandosi - di notte, mentre i due erano a letto - nella loro abitazione e rubare carte di pagamento e gioielli preziosi, arrivando a intascarsi quasi 20mila euro

Erano due le fratture nel cranio di Filippo Zambelli. Non una, quella che secondo l’autopsia procurò l’edema che risultò fatale al 39enne morto il 15 gennaio dopo due giorni di ricovero in neurochirurgia al Sant’Anna.

Lo afferma la dottoressa che eseguì l’operazione salvavita, Maria Antonietta Lorenzin: “riscontrai un’altra frattura venne riscontrata nella parte anteriore sinistra”. È l’elemento nuovo che emerge dall’udienza di ieri in Corte d’Assise di Ferrara nel processo che vede imputato per omicidio preterintenzionale Matteo Ricci, 30 anni, che gli diede all’uscita del Renfe il pugno che fece crollare Zambelli a terra. Il 39enne cadde sbattendo la testa.

Prima della dottoressa Lorenzin si sonno alternati davanti al giudice i protagonisti secondari di quella sera, che uno dopo l’altro hanno aggiunto una propria tessera del mosaico alla ricostruzione di quella notte del 13 gennaio 2011. E, nel sentire quelle ricostruzioni, la madre di Filippo crolla e, tra le lacrime, grida “Vigliacchi, lo avete ammazzato”.

La prima a rispondere alle domande del pm Filippo Di Benedetto è stata Valentina Loberti, la ragazza di Ricci, che ricorda come appena fuori dal locale Zambelli la colpì al volto, sullo zigomo, con un pugno, facendola cadere a terra. “Aveva un occhio nero”, conferma l’amica Sara Saetti.

Prima c’era stato l’alterco all’interno. “Filippo ballava, ubriaco, e spingeva le persone, avendo una mole notevole, ma senza cattiveria”, riferiscono gli addetti alla sicurezza. Qualcuno però inizia a innervosirsi e si nota Zambelli litigare con due persone, Mohamed Muhat (indagato inizialmente per concorso in omicidio – accusa poi archiviata) e un’altra persona non identificata. In questo frangente la ragazza di Ricci cerca di riportare la calma e nella confusione le rompe un’unghia facendole sanguinare la mano.

Gli animi si accendono, anche se – sempre all’interno della discoteca – “Filippo era ubriaco ma tranquillo”, come lo descrive Fabrizio Cavazzini, della sicurezza, che lo accompagnerà fuori. Qui si agita, “si mette in guardia – noteranno alcuni testimoni – e diceva di voler spaccare la faccia a ‘quel marocchino’ (il giordano Muhat, ndr)”. Si togli la giacca e la lancia a Ricci, non riconoscendo in lui uno del gruppetto con cui poco prima aveva litigato. La fidanzata di Ricci ha preso la giacca e l’ha gettata in faccia a Zambelli. Lui “ha reagito d’istinto”, le ha dato un pugno al volto. La tensione sale e Ricci attacca il 39enne. La “disputa”, come la definisce Filippo Marchi, socio del Renfe, prosegue fino in via Bologna, con “qualche smanacciata” ma senza colpo ferire. I buttafuori li separano. Zambelli “è tranquillo, con le mani in tasca”. Ricci un po’ meno: “almeno un pugno fatemelo dare”. Arriva un amico di Zambelli che lo prende sotto braccio e lo accompagna verso Foro Boario, dove era parcheggiata la macchina.

Passa qualche minuto e Ricci, seguito da altre due  persone li insegue. Tra questi Mohat che ai giudici assicura di aver seguito la vittima solo per fermare Ricci. Poco dopo si presenta davanti al locale un ragazzo a dire alla sicurezza che poco più in là c’è una persona a terra, “senza avvertirci che c’era stata una colluttazione”, precisa Massimiliano Solmi, buttafuori esperto di primo soccorso, che correrà a sincerarsi delle condizioni dell’uomo per poi chiamare il 118.

Mohat chiamerà poi Mattei, uscito da poco anche lui dal Renfe per accompagnare a casa due amiche: “vienimi a prendere – riferisce l’amico ai giudici – che è successo un casino”. Durante il tragitto in macchina gli racconterà che Ricci aveva sferrato un pugno in faccia a una persona e lui “solo due calcetti”.

Del fatto Mohat aveva appena parlato a Stefano Toboli, gestore della piadineria ambulante che quella sera stazionava davanti al Renfe: “ma quante gliene abbiamo date”. “Lo abbiamo massacrato” aggiunge il 30enne giordano, secondo i ricordi del ristoratore, con “il tono di vantarsi”. Ricci aggiungerà di avergli dato “due cazzotti”.

Nel frattempo Zambelli veniva ricoverato in ospedale. Il primo a visitarlo è il dottor Silvio Sarubo, di neurochirurgia, che lo ricorda “vigile”; “dopo la tac le sue condizioni erano migliorate, rispondeva a semplici domande”. Poi il peggioramento, l’operazione disperata e, infine, il decesso.

La prossima udienza si terrà il 23  febbraio, con l’esame dell’imputato.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com