
Da sinistra, Alfredo Santini e Gennaro Murolo
“Non ho mai preso una decisione se non nella piena convinzione di operare regolarmente e per il bene della Cassa”. Parla Alfredo Santini. L’ex storico presidente di Corso Giovecca vuole chiarire prima ancora che alla magistratura ai ferraresi la sua posizione nella vicenda Vegagest.
È notizia di questi giorni che la procura di Milano ha indagato per truffa Santini, l’ex direttore generale Gennaro Murolo e l’ex vice dg Giorgio Tomasi.
L’indagine, chiusa dal pm Gaetano Ruta, partirebbe dalla vicenda Vegagest-Santa Monica. Al vaglio della procura ambrosiana sarebbero le erogazioni deliberate dai passati vertici della Carife, 143 milioni di euro, a vantaggio del gruppo dei fratelli Siano. Secondo i progetti, rimasti per anni (almeno fino a fine 2010) solo sulla carta, i costruttori dovevano realizzare a Santa Monica un maxi progetto di edilizia residenziale per centinaia di famiglie e giovani coppie grazie a una convenzione firmata nel 2005 dall’amministrazione comunale di Segrate con Vegagest sgr, società di gestione del risparmio di cui la Cassa di Risparmio di Ferrara è azionista di riferimento con oltre il 30% delle quote (vai all’articolo).
Da quelle operazioni deriverebbero i tre avvisi di garanzia fatti recapitare da Milano e ai quali rispondono gli avvocati di Santini, Filippo Sgubbi di Bologna e Marco Linguerri del foro di Ferrara: “è palesemente un atto dovuto; ciò, del resto, si evince dalla circostanza che lo stesso sia stato inserito tra gli indagati soltanto a pochi giorni dalla chiusura delle indagini”.
“Da una prima lettura delle carte riteniamo, inoltre – prosegue la replica -, che la sua posizione possa essere agevolmente chiarita e per questo motivo abbiamo già inoltrato richiesta al pm per un interrogatorio che,su nostra istanza, venga effettuato personalmente dal magistrato. Confidiamo che il tutto possa avvenire in tempi brevi”.
Per l’interrogatorio di garanzia la procedura prevede venti giorni di tempo. Con le feste di mezzo, si andrà a gennaio. Nel frattempo l’ex numero uno di Carife ha fretta di chiarire subito al propria posizione e affida alla stampa una nota, nella quale afferma che “dopo oltre 40 anni dedicati, a vario titolo, a perseguire il bene della Cassa di Risparmio di Ferrara ho appreso, con enorme amarezza, la notizia del mio coinvolgimento in una vicenda in relazione alla quale, garantisco, di non avere nessuna responsabilità”.
Santini tiene innanzitutto a precisare “di non avere mai avuto, e a nessun titolo, alcun contatto, né di conoscenza né di relazione, con le altre persone raggiunte dal medesimo avviso di garanzia che ho ricevuto io ad eccezione, ovviamente, dei dirigenti Carife. È necessario sottolineare, inoltre, che tutte le decisioni che ho preso nel corso del mio lungo mandato sono sempre state avvallate o ratificate all’unanimità dal consiglio di amministrazione che, per dieci anni, ho avuto l’onore di presiedere”.
Quanto alla bontà, e liceità, dell’operazione di Segrate, Santini assicura come “ho sempre avuto ragione di ritenere, infine, alla luce delle informazioni che mi venivano fornite, che le operazioni sottoposte alla mai attenzione fossero tutte assolutamente regolari”.
“La mia intenzione ora – conclude l’ex numero uno di Corso Giovecca – è quella di affermare e dimostrare, con granitica fermezza, di non aver mai preso una decisione se non nella piena convinzione di operare regolarmente e per il bene della Cassa”.
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