Cronaca
11 Ottobre 2011
Madre e nonno condannati in cassazione per iperprotettività

Quando l’amore diventa una violenza

di Marco Zavagli | 3 min

Leggi anche

Vittorio Sgarbi ricoverato per depressione: fase delicata per il critico d’arte ferrarese

Vittorio Sgarbi, noto critico d'arte ferrarese e personaggio pubblico, è attualmente ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma a causa di una grave depressione che lo ha portato a rifiutare il cibo. Secondo quanto riportato da diversi quotidiani nazionali, Sgarbi è sotto monitoraggio specialistico da circa dieci giorni e le sue condizioni mostrano un lieve miglioramento

Ferrara chiusa per malattia. Patogeno? Il dup

“Come sta Ferrara?”. Ferrara Bene Comune ha riunito i propri iscritti venerdì (21 marzo) al centro sociale “Il Barco” per riflettere su questa domanda e a discutere nel merito sono state invitate la presidente del Cds Cinzia Bracci e la docente di diritto del lavoro dell’università di Verona Laura Calafà

Con la droga nel locale. Il gip non convalida l’arresto

Il gip Rosalba Cornacchia del tribunale di Ferrara non ha convalidato l'arresto dell'uomo che - secondo la ricostruzione avanzata dalla polizia di Stato - era finito in manette con l'accusa di detenzione di sostanze stupefacenti

L’iperprotettività dei parenti, o meglio l’eccesso di cura che arriva all’impedire una normale socializzazione del bambino, sono equiparabili a una violenza. Lo afferma la Corte di Cassazione, che con la sentenza 36503 conferma la condanna di primo grado a 1 anno e 4 mesi, pronunciata dal tribunale di Ferrara nel 2004 e confermata in appello, nei confronti di una madre e di un nonno per eccessive attenzioni al figlio/nipote, che all’epoca dei fatti aveva sei anni.

I due avrebbero chiuso in una cappa di vetro l’infanzia del loro figlio e nipote. In questo modo avrebbero impedito una sano sviluppo psicofisico del bimbo. E questo proteggendolo oltre misura e finendo per fare del loro amore un fattore controproducente alla crescita. Lo strano caso si porta dietro strascichi di altri processi, patrie potestà decadute, interventi di assistenti sociali e tanto altro. Tutto a scapito del bambino, che oggi si rifiuta persino di voler incontrare il padre, che non vede il figlio da ormai dieci anni.

Proprio il genitore “ricusato” aveva portato i parenti in giudizio, davanti al tribunale dei minori, per fatti analoghi antecedenti al 2004, ottenendo anche una sentenza a lui favorevole. Nel marzo 2010 sempre la Cassazione aveva condannato la donna a 11 mesi per mancata esecuzione di un provvedimento di affidamento del giudice.

A queste causa se ne assomma una seconda, definita in primo grado sempre a Ferrara, che ha visto nell’aprile 2010 il giudice emettere una maxi condanna per la madre (tre anni), il nonno (tre e mezzo) e questa volta anche la nonna (due anni).

Ai parenti viene rimproverato l’aver tenuto chiuso in casa il giovane, impedendogli di giocare all’aperto con gli amici, di andare alle feste dei coetanei, di avere insomma un’infanzia normale. Tanto che a scuola la maestra faceva notare le difficoltà a salire le scale, o la deambulazione insufficiente per un bambino di quell’età.

Addebiti confermati nel dibattimento del secondo processo (quello conclusosi in primo grado) dalle consulenze di psicologi dell’età infantile (il comportamento dei tre sarebbe consistito nel non fargli frequentare la scuola con regolarità, nell’impedire la sua socializzazione, nell’impartirgli regole di vita tali da incidere sullo sviluppo psichico del minore con conseguenti disturbi deambulatori).

La sentenza della Cassazione è importante “non solo perché cristallizza il fatto considerato reato, ma anche perché introduce una ipotesi innovativa nel nostro diritto”, commenta l’avvocato Henrich Stove che assiste il padre: “quella che viene impropriamente definita iperprotettività non è una condotta in buona fede, ma un comportamento distruttivo”.

In termini tecnici la giurisprudenza introduce con questa sentenza la Pas, sindrome da alienazione parentale. “Queste condotte di sottrazione della figura genitoriale – prosegue Stove – vengono così equiparate giuridicamente a una violenza, a un maltrattamento. E lo stesso vale per le condotte omissive, come impedire al figlio di vedere il padre o impedirgli di socializzare”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com