Mentre in queste ore sta per decidersi la sorte processuale di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, che attendono la sentenza d’appello, a Ferrara c’è un processo che vede un collegamento lontano con l’omicidio di Meredith Kercher.
Si tratta del procedimento che vede imputato il pentito di camorra Luciano Aviello, napoletano di 41 anni, che ai giudici di Perugia disse in un primo momento che l’assassino della studentessa inglese sarebbe stato suo fratello durante un tentato furto (dichiarazione che ritrattò e per la quale venne accusato di calunnia).
Aviello, che è detenuto nel carcere di Alba, è a processo a Ferrara con le imputazioni di furto aggravato, tentata estorsione e uccisione di animali aggravate dalla crudeltà. Ad accusarlo è Massimo Friani, bolognese di 53 anni, presidente della casa di accoglienza Il Pellicano che all’epoca dei fatti oggetto di dibattimento aveva sede a Migliarino.
Nel 2007 Aviello, decaduto dal beneficio di collaboratore di giustizia, venne ospitato nella comunità. Qui non avrebbe reso per niente facile la vita ai suoi anfitrioni. A un certo punto, secondo la procura, avrebbe avanzato richieste di denaro arrivando anche a minacciare i suoi padroni di casa. Come? Facendo sparire, sempre secondo l’accusa, il cagnolino di Friani e della sua compagna (oggi parti civili assistite dall’avvocato Gian Paolo Babini del foro di Ravenna). La coppia lo ritroverà dentro un sacco nascosto in soffitta, strangolato.
Nel corso dell’ultima udienza, tenuta la settimana scorsa, sono stati sentiti alcuni carabinieri che raccolsero la denuncia delle parti civili che a quell’epoca, temendo altre ritorsioni, fuggirono addirittura in un’altra regione. Il processo riprenderà a febbraio.
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