Cronaca
1 Ottobre 2011
Il blogger Michael Anti illustra le potenzialità rivoluzionarie di internet contro la censura di Pechino

Anche il web in Cina è una copia

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Cade l’associazione a delinquere. Ridimensionata l’accusa per l’assessore di Vigarano

Si ridimensiona - e non di poco - il quadro accusatorio contestato al 47enne Ennio Bizzarri, commercialista e assessore al Bilancio a Vigarano, che - insieme a due collaboratori - era stato inizialmente portato a processo con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, falso e induzione in errore di pubblico ufficiale

Tamponamento mortale sulla SS16. Abbreviato per il 25enne che uccise Marika

Sarà processato con rito abbreviato il 25enne accusato di omicidio stradale - aggravato dalla guida in stato di ebbrezza - e lesioni stradali dopo aver tamponato violentemente e aver ucciso Marika Cucchiarini, la mamma di 45 anni morta - il 7 giugno 2024 - dopo il gravissimo incidente stradale avvenuto - la sera prima - lungo la SS16 Adriatica, a San Nicolò

Cidas, oltre 81 milioni di euro di ricavi

Il teatro dei Fluttuanti di argenta si è riempito di 750 socie e soci della cooperativa sociale Cidas, riuniti in occasione dell’assemblea generale, durante la quale è stato approvato il Bilancio 2024

di Edoardo Rosso

Quando Luca Sofri domanda a Michael Anti quale sia il volto di internet in Cina la risposta appare scontata: “Una perfetta copia dell’originale” rivela il giornalista blogger. “In Cina – spiega Anti – Facebook è stato bloccato dalle autorità, ma abbiamo Renren e al posto del vostro YouTube noi abbiamo Youku”.

Ovviamente copiare i più noti social network non basta, “la censura e il controllo governativo riescono ad arrivare anche ad esse”, specifica Anti.

Il giornalista cinese, al quale la Microsoft censurò il blog nel 2005 per aver violato con i suoi articoli le leggi di Pechino, è stato ospite questa mattina insieme ad Evgeny Morozov (ricercatore e blogger bielorusso) all’incontro “L’illusione del web. I limiti dell’attivismo on line” moderato da Luca Sofri (direttore de Il Post).

“Il vero problema è: dove si trovano i server? – prosegue Anti – se si trovano negli Stati Uniti la rivoluzione può partire dal web ma se si trovano in un paese autoritario, come accade in Cina, dove i server dei blogger sono direttamente controllati da Pechino, è tutto più difficile”.

Secondo Morozov, autore di The Net Delusion, talvolta non è solo un problema di censura. Talvolta i blogger, in un certo senso, “sopravvalutano le loro potenzialità. Tutti lodano la cosiddetta primavera araba che è stata in grado di far dimettere il presidente egiziano Mubarak anche grazie alla rete. Ma ciò non è sufficiente. Dovremmo guardare a internet con più sobrietà, evitando i toni eccessivamente entusiastici”.

Emerge dal dibattito che non basta mobilitare ma occorre organizzare, cosa ben più difficile. Restare su internet a firmare petizioni o darsi appuntamento per manifestazioni di piazza è relativamente semplice, “quello che manca è l’intenzione di sviluppare un progetto politico per il momento successivo alla rivolta”, sostiene Morozov.

Michael Anti riconosce i limiti delle rivolte nate in rete ma vuole essere ottimista “la rete – conclude – non è una rivoluzione ma è rivoluzionaria. In Cina la pressione dei blogger ha creato forme di attivismo politico impensabili fino a qualche anno fa”.

In conclusione scopriamo che l’uso intensivo della rete come mezzo di comunicazione da parte di cittadini che vogliano manifestare una qualche forma di dissenso può, addirittura divenire un’arma a doppio taglio.

“Quando organizzammo una manifestazione per dissentire con l’organizzazione di una gara ciclistica intitolata ad un paese immaginario del quale un partito italiano vorrebbe chiedere l’indipendenza – racconta un ragazzo intervenuto nel pubblico – sono arrivati più poliziotti che manifestanti”.

Grazie per aver letto questo articolo...

Da 20 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com