Recensioni
30 Settembre 2011
In esposizione anche opere di Gaetano Previati e Giuseppe Mentessi

Il Simbolismo in Italia (con un tocco di ferrarese)

di Redazione | 2 min

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Gaetano Previati, Notturno, 1909, Fondazione il Vittoriale degli Italiani, Gardone Riviera

La Fondazione Bano, ancora una volta insieme con la Fondazione Antonveneta, e l’ausilio di Fernando Mazzocca, Carlo Sisi e Maria Vittoria Marini Clarelli, direttore della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma sta per ‘dare vita’ a un’esposizione il cui lavoro di preparazione è durato ben 5 anni.

Si tratta de Il simbolismo in Italia, un’opera corale che fa riferimento a splendide opere create tra Otto e Novecento, l’epoca per eccellenza in cui l’inconscio irrompe nell’arte e nulla sarà più come prima, il momento dei grandi circoli culturali, tra quello di Vienna ed il Bloomsbury, fucine di genialità a tutto tondo, tra economia, letteratura, musica, oltreché, su tutto, l’Arte.

E’ la scoperta di un mondo “altro”, dell’altro, forse l’ultimo autentico cambiamento della nostra era, affascinante, intrigante, grazie ad una nuova visione tra vero ed irreale, tra conscio ed inconscio. E’ la storia di un movimento che, come detto, si allarga esponenzialmente su scala europea, ora, a Padova, analizzato nel suo approdo in Italia, sorta di ‘viaggio nel viaggio di cultura’ per eccezione.

Non mancano confronti extra-confine, in ispecie con l’ambito austriaco del Simbolismo: si ricorda, tra tutti, la Giuditta – Salomè, di Gustav Klimt o Il Peccato, indiscusso capolavoro di Franz von Stuck, ma non mancano capolavori di casa nostra quali Le due madri di Giovanni Segantini e Maternità del ferrarese Gaetano Previati, quadri riferibili e al Divisionismo e al Simbolismo.

Ma degli ancor più ‘nostri’ ferraresi va citata la presenza in mostra de Il sogno e Notturno, sempre di Previati e, ma anche di Gloria, dell’altro divisionista di Ferrara, Giuseppe Mentessi, proveniente dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

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